ℐn molte elezioni i sondaggisti hanno dato dei dati
che poi alla prova
dei fatti si sono rivelati completamente sbagliati. Nelle elezioni 2013
come è andata per i sondaggisti e per i giornalisti che pendono dalle
loro labbra? Vediamo. L'istant poll ovvero il sondaggio molto
approfondito fatto via telefonica di rete fissa e via rete mobile
dall'istituto Piepoli per la RAI, il giorno delle elezioni ha dato
questo responso per la Camera che è a suffragio universale:
Le urne si sono chiuse alle 15:00 del 25 febbraio 2013 e la RAI ha dato un minuto dopo il risultato elettorale basato su 20 mila interviste telefoniche. Vediamo subito che la forchetta è di un +/- 1%, quindi i dati del sondaggio ovvero dell'Instant poll sono ritenuti molto precisi. Andiamo a considerare il valore centrale del sondaggio di Piepoli e confrontiamolo con i risultati reali:
Prima di tutto diciamo che un buon sondaggio costa molti soldi e che l'istant poll fatto il giorno delle elezioni è sicuramente un buon sondaggio, fatto al meglio delle possibilità attuali. Non è facile disporre delle risorse finanziarie per fare un buon sondaggio per cui alcuni osservatori dubitano che quelli che si sono visti prima delle elezioni siano tutti sondaggi validi.
Piepoli ha sicuramente sbagliato di un 6.5% il risultato del PD, ha poi sbagliato di un soffio quello del PDL rientrando ampiamente nell'errore del 1%. Per quanto riguarda il M5S l'errore è del 5.5%. Nei primi 4 risultati elettorali 2 sono completamente sbagliati e due sono corretti.
Due errori disastrosi non sono una coincidenza ma una costante che si verifica ogni volta che i sondaggi devono fare i conti con la realtà ovvero durante molte elezioni. Ragionevolezza vuole che sia meglio attribuire ai sondaggi fatti bene un margine di errore minimo pari all'errore massimo che si ha in pratica ovvero un +/-6.5% ma esiste un problema sociale ovvero che nessun giornalista potrebbe scrivere un articolo basandosi su sondaggi con un errore di tale entità.
Immaginiamo Eugenio Scalfari di Repubblica che debba disquisire del sondaggio pre-elettorale in cui il suo PD abbia il 25% con un errore del +/-7% ovvero con una forchetta che va dal 18% e arriva al 32% mentre il PDL abbia il 21% con un range tra il 14% e il 28%. Semplicemente non si potrebbero riempire pagine di illazioni giornalistiche e i sondaggisti sarebbero disoccupati.
Forse non tutti hanno presente che i sondaggi non hanno mai un confronto con la realtà, l'unica eccezione sono le elezioni politiche e qui falliscono miseramente ad ogni votazione. Ci sono delle conseguenze di un tale ragionamento: il più grande sondaggio che si vede tutti i giorni è quello dell'Auditel che mostra quante "persone" hanno visto il tale programma o la tale rete televisiva.
Ovviamente l'Auditel ha problemi più grossi dell'istant poll di Piepoli, ha secondo me un errore più rilevante. Il problema principale è infatti che l'80% delle persone intervistate dall'istant poll rifiuta di rispondere e tale percentuale è molto più elevata per quanto riguarda l'Auditel. Quasi nessuno accetta di sottoporsi al meccanismo di raccolta dati dell'Auditel che consta di una macchina elettronica da mettere accanto alla TV e di un lavoro da fare.
Via di questo passo si rimettono in discussione tutti i sondaggi che non hanno motivo di dirci come stanno le cose perché non lo sanno se non con un errore enorme. Per esempio che senso avrebbe dire che i cattolici sono il 30% della popolazione con un errore del 20%? Alla luce dei fatti è meglio fare un passo indietro e basarsi su dati reali e molto, molto meno sui dati dei sondaggi che dati non sono.
In aggiunta una mia considerazione. Non penso che il M5S abbia aumentato i suoi consensi nelle ultime due settimane di campagna elettorale e ricordo chiaramente quali fossero i numeri che nelle televisioni e nei giornali importanti circolavano, eccoli:
IPSOS di Nando Pagnoncelli per la trasmissione Ballarò della RAI del 5 febbraio a 20 giorni dal voto:
Piepoli, il sondaggista della RAI, è poi quello che dava il M5S all'11% fino a qualche giorno prima del voto del 24 e 25 febbraio:
Fino al 4 febbraio i suoi numeri erano pari al 11%, saliti in una notte di ben 2 punti percentuali forse per evitare brutte figure nella sottostima del movimento che a pelle sentiva consistente più dei suoi numeri.
Sul Corriere della Sera Mannheimer diceva l'8 febbraio:
Si vede chiaramente come il M5S fosse sottostimato di una decina di punti percentuali, forse anche una quindicina, e dubito che in 15 giorni sia cambiata la situazione, credo che semplicemente i sondaggi elettorali abbiano un grosso margine di errore che non viene detto dai giornalisti perché il sistema giornalisti-sondaggisti funziona ed è remunerativo per tutti.
Le urne si sono chiuse alle 15:00 del 25 febbraio 2013 e la RAI ha dato un minuto dopo il risultato elettorale basato su 20 mila interviste telefoniche. Vediamo subito che la forchetta è di un +/- 1%, quindi i dati del sondaggio ovvero dell'Instant poll sono ritenuti molto precisi. Andiamo a considerare il valore centrale del sondaggio di Piepoli e confrontiamolo con i risultati reali:
Sondaggio (Piepoli) |
Dato reale (Viminale) |
|
PD |
32% |
25.42% |
PDL |
22% |
21.56% |
M5S |
20% |
25.55% |
Monti |
7% |
8.30% |
Lega |
4.5% |
4.08% |
SEL |
3% |
3.20% |
Prima di tutto diciamo che un buon sondaggio costa molti soldi e che l'istant poll fatto il giorno delle elezioni è sicuramente un buon sondaggio, fatto al meglio delle possibilità attuali. Non è facile disporre delle risorse finanziarie per fare un buon sondaggio per cui alcuni osservatori dubitano che quelli che si sono visti prima delle elezioni siano tutti sondaggi validi.
Piepoli ha sicuramente sbagliato di un 6.5% il risultato del PD, ha poi sbagliato di un soffio quello del PDL rientrando ampiamente nell'errore del 1%. Per quanto riguarda il M5S l'errore è del 5.5%. Nei primi 4 risultati elettorali 2 sono completamente sbagliati e due sono corretti.
Due errori disastrosi non sono una coincidenza ma una costante che si verifica ogni volta che i sondaggi devono fare i conti con la realtà ovvero durante molte elezioni. Ragionevolezza vuole che sia meglio attribuire ai sondaggi fatti bene un margine di errore minimo pari all'errore massimo che si ha in pratica ovvero un +/-6.5% ma esiste un problema sociale ovvero che nessun giornalista potrebbe scrivere un articolo basandosi su sondaggi con un errore di tale entità.
Immaginiamo Eugenio Scalfari di Repubblica che debba disquisire del sondaggio pre-elettorale in cui il suo PD abbia il 25% con un errore del +/-7% ovvero con una forchetta che va dal 18% e arriva al 32% mentre il PDL abbia il 21% con un range tra il 14% e il 28%. Semplicemente non si potrebbero riempire pagine di illazioni giornalistiche e i sondaggisti sarebbero disoccupati.
Kensan.it
Forse non tutti hanno presente che i sondaggi non hanno mai un confronto con la realtà, l'unica eccezione sono le elezioni politiche e qui falliscono miseramente ad ogni votazione. Ci sono delle conseguenze di un tale ragionamento: il più grande sondaggio che si vede tutti i giorni è quello dell'Auditel che mostra quante "persone" hanno visto il tale programma o la tale rete televisiva.
Ovviamente l'Auditel ha problemi più grossi dell'istant poll di Piepoli, ha secondo me un errore più rilevante. Il problema principale è infatti che l'80% delle persone intervistate dall'istant poll rifiuta di rispondere e tale percentuale è molto più elevata per quanto riguarda l'Auditel. Quasi nessuno accetta di sottoporsi al meccanismo di raccolta dati dell'Auditel che consta di una macchina elettronica da mettere accanto alla TV e di un lavoro da fare.
Via di questo passo si rimettono in discussione tutti i sondaggi che non hanno motivo di dirci come stanno le cose perché non lo sanno se non con un errore enorme. Per esempio che senso avrebbe dire che i cattolici sono il 30% della popolazione con un errore del 20%? Alla luce dei fatti è meglio fare un passo indietro e basarsi su dati reali e molto, molto meno sui dati dei sondaggi che dati non sono.
In aggiunta una mia considerazione. Non penso che il M5S abbia aumentato i suoi consensi nelle ultime due settimane di campagna elettorale e ricordo chiaramente quali fossero i numeri che nelle televisioni e nei giornali importanti circolavano, eccoli:
IPSOS di Nando Pagnoncelli per la trasmissione Ballarò della RAI del 5 febbraio a 20 giorni dal voto:
Piepoli, il sondaggista della RAI, è poi quello che dava il M5S all'11% fino a qualche giorno prima del voto del 24 e 25 febbraio:
Fino al 4 febbraio i suoi numeri erano pari al 11%, saliti in una notte di ben 2 punti percentuali forse per evitare brutte figure nella sottostima del movimento che a pelle sentiva consistente più dei suoi numeri.
Sul Corriere della Sera Mannheimer diceva l'8 febbraio:
Si vede chiaramente come il M5S fosse sottostimato di una decina di punti percentuali, forse anche una quindicina, e dubito che in 15 giorni sia cambiata la situazione, credo che semplicemente i sondaggi elettorali abbiano un grosso margine di errore che non viene detto dai giornalisti perché il sistema giornalisti-sondaggisti funziona ed è remunerativo per tutti.