Per chi non lo sapesse il diritto all'oblio è una nuova parte della legge sulla privacy che stabilisce che una persona abbia il diritto di nascondere fatti di cronaca che lo abbiano visto coinvolto in prima persona e che sono stati descritti dai mezzi di informazione.
L'oblio sta appunto per fare dimenticare alla gente quel che è accaduto soprattutto in termini negativi ad una persona coinvolta con nome e cognome in fatti di cronaca spesso nera.
Ho presentato una richiesta a Google di prendere di nuovo in considerazione il mio testo dopo averlo depurato di un dato non necessario per descrivere i fatti ovvero di chi era figlia la vittima. Sperando che questo sia il motivo per avere censurato il mio scritto (ma non credo). Credo che i presunti violentatori (poi assolti in secondo e terzo grado) abbiano fatto richiesta a Google di non essere più identificati come tali dagli articoli di giornale che sono stai pubblicati all'epoca dei fatti.
In effetti mettendo come parole di ricerca su Google i nomi dei protagonisti maschi e i luoghi del misfatto, il mio articolo non compare più mentre altri motori di ricerca come DuckDuckGo continuano a mostrare il mio testo. Mettendo invece il nome della vittima riesco a vedere l'articolo anche tramite Google search.
Non mi arrischio a mostrare il nome dei protagonisti altrimenti anche questo testo potrebbe essere oscurato da Google. Comunque Google si attiene a una legge europea e nemmeno tanto volentieri per cui ad di fuori di Google.it e dei vari Google europei l'articolo è visibile ma è una magra consolazione per un testo scritto in italiano.
Si tenga presente che grosso modo il 95% di chi arriva sui miei articoli lo fa provenendo da Google, quindi il testo in questione non sarà più visibile. Come risulta dalla missiva solamente con certi termini il motore Google non mostrerà il mio articolo, quindi la censura è parziale.
I protagonisti dello stupro condannati in primo grado ma poi assolti negli altri gradi di giudizio probabilmente hanno attivato la procedura del diritto all'oblio presso Google, procedura andata a buon fine e l'atto finale è l'email riportata qui sotto che ho ricevuto questa mattina di domenica.
Ringrazio Google per avermi fornito il link all'articolo che è censurato e per la sua resistenza nel cercare di non applicare il diritto all'oblio e comunque di limitarlo sui suoi search engine europei. Detto questo è meglio usare motori alternativi per avere le informazioni che il diritto all'oblio censura.
La email è intitolata: "Notifica di rimozione dalla Ricerca Google ai sensi della legge europea per la protezione dei dati" ed è datata 12 marzo 2017 ore 03:28, domenica. La provenienza è: Google Search Console Team <sc-noreply@google.com>.
Message type: [WNC-598700] | |||||||||||
Search
Console
Notifica di rimozione dalla Ricerca Google ai sensi della legge europea per la protezione dei dati A: Webmaster del sito http://www.kensan.it/, A seguito di una richiesta presentata ai sensi della legge europea per la protezione dei dati, Google non può più mostrare una o più pagine del tuo sito nei risultati della Ricerca Google. Questo vale soltanto per le risposte ad alcune query di ricerca relative a nomi o altri dati personali che potrebbero essere mostrati nelle pagine del tuo sito. Sono interessati soltanto i risultati delle versioni europee di Google. Non è necessario il tuo intervento. Tieni presente che:
Questi sono gli URL in questione:Ti serve ulteriore assistenza?
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Kensan.it
La lettera di Google riporta il link alla procedura da seguire per esercitare il diritto all'oblio e che probabilmente i protagonisti del mio articolo hanno seguito. Questo il testo presente sul sito di Google in cui si illustra la procedura e i casi in cui è applicabile tale diritto:
Richiesta di rimozione di risultati di ricerca ai sensi della legge europea per la protezione dei dati personali
Contesto
La sentenza della Corte di giustizia dell'Unione europea C-131/12, del 13 maggio 2014 ha disposto che i singoli individui possono chiedere ai motori di ricerca di rimuovere specifici risultati che appaiono effettuando una ricerca con il proprio nome, qualora tali risultati siano relativi all’interessato e risultino obsoleti. Un risultato può essere considerato obsoleto quando la tutela dei dati personali dell'interessato prevale rispetto all’interesse pubblico alla conoscenza della notizia cui tale risultato rimanda.
Per questo tipo di richieste, la sentenza della Corte di giustizia dell’Unione europea ci chiede di bilanciare i diritti alla privacy della persona con il diritto di rendere accessibili le informazioni e con l'interesse del pubblico di trovarle. Durante la valutazione della richiesta stabiliremo se i risultati includono informazioni obsolete sull'utente e se le informazioni sono di interesse pubblico. Ad esempio, potremmo decidere di non rimuovere determinate informazioni che siano recenti o che riguardino frodi finanziarie, negligenza professionale, condanne penali o la condotta pubblica di funzionari statali.