ℒ'inflazione ISTAT è distante dal sentire comune e cioè dall'inflazione
percepita per diversi motivi. Un motivo me lo ha reso chiaro un professore
di statistica. È molto semplice.
Il prof afferma che il problema non è il paniere, se si riarrangia il paniere esce una inflazione diversa solo per alcuni decimi di punto percentuale, il problema è la scelta della marca per ogni tipo di bene che si segue. Nel paniere c'è la pasta e l'ISTAT segue la marca di pasta più venduta.
Seguire le marche più vendute è quello che fa l'ISTAT nel suo paniere ma l'inflazione non colpisce allo stesso modo le marche più economiche e quelle più costose. Il prof affermava che le marche più economiche hanno inflazione bassa mentre le più costose hanno inflazione alta. Le marche più vendute si collocano solitamente verso prezzi economici.
Un difetto delle marche più vendute è che non sono rappresentative dei consumi del cittadino, per fare un esempio politico si può dire certamente che il partito più votato non rappresenta le tendenze politiche della maggioranza dei cittadini.
Per la pasta si ha che Barilla è la più venduta ma ha nel 2008 una quota di mercato del 38%, il restante 62% di cittadini mangia altre marche. Barilla ha prezzi abbastanza economici e ha una bassa inflazione. Se io mangio la pasta Jolly che ha un mercato del 15%, un costo medio e una inflazione doppia della Barilla, allora percepisco una inflazione molto più alta di quella che calcola l'ISTAT. (Nota: i dati della pasta Jolly sono inventati)
In pratica il fatto di seguire l'inflazione delle marche più vendute significa avere una inflazione valida per i cittadini che hanno pochi soldi da spendere, quelli che vengono chiamati poveri. La classe media che non crede di essere povera distribuisce i suoi acquisti tra le marche più famose e prodotti più di qualità e quindi più costosi. In questo modo avverte una inflazione più alta di quello che afferma l'ISTAT.
La pasta Barilla è fatta per la maggior parte con grano duro importato dall'estero in particolare da fuori Europa e così pure per l'olio Dante. Credo che un po' tutte le marche più vendute abbiano materie prime di provenienza extra europea, questo permette loro di avere prezzi bassi. Se un cittadino tiene alla qualità e al prodotto made in Italy si deve per forza orientare verso marche a media-alta inflazione.
In effetti le marche più famose insegnano che nel mondo ci sono prezzi più buoni che in Italia ma questa liberalizzazione ha notevolmente abbassato la qualità di quel che mangiamo. I nostri nonni mangiavano prodotti biologici, i nostri padri prodotti italiani, noi stiamo mediamente andando verso i prodotti più di dubbia qualità del mercato mondiale.
Spesso capita di sentire di truffe alimentari o di prodotti nocivi usati all'estero, questo contribuisce a tenere bassi i prezzi dei prodotti globalizzati che le grandi marche vendono sul mercato italiano. Vi è poi il basso costo del lavoro e le condizioni di lavoro inaccettabili qui in occidente, tutto insieme determina la bassa inflazione ISTAT calcolata su quei prodotti.
L'ISTAT attraverso i contratti sindacali di categoria che aumentano in base all'inflazione ufficiale, sta tagliando gli stipendi fissi in modo da conformare i cittadini a comperare solo le marche più vendute e fatte con materie prime molto economiche, e non si sa quanto salubri, del mercato globale.
Un altro trucco per avere una inflazione ufficiale bassa è descritto in questo mio testo.
Il prof afferma che il problema non è il paniere, se si riarrangia il paniere esce una inflazione diversa solo per alcuni decimi di punto percentuale, il problema è la scelta della marca per ogni tipo di bene che si segue. Nel paniere c'è la pasta e l'ISTAT segue la marca di pasta più venduta.
Seguire le marche più vendute è quello che fa l'ISTAT nel suo paniere ma l'inflazione non colpisce allo stesso modo le marche più economiche e quelle più costose. Il prof affermava che le marche più economiche hanno inflazione bassa mentre le più costose hanno inflazione alta. Le marche più vendute si collocano solitamente verso prezzi economici.
Un difetto delle marche più vendute è che non sono rappresentative dei consumi del cittadino, per fare un esempio politico si può dire certamente che il partito più votato non rappresenta le tendenze politiche della maggioranza dei cittadini.
Per la pasta si ha che Barilla è la più venduta ma ha nel 2008 una quota di mercato del 38%, il restante 62% di cittadini mangia altre marche. Barilla ha prezzi abbastanza economici e ha una bassa inflazione. Se io mangio la pasta Jolly che ha un mercato del 15%, un costo medio e una inflazione doppia della Barilla, allora percepisco una inflazione molto più alta di quella che calcola l'ISTAT. (Nota: i dati della pasta Jolly sono inventati)
In pratica il fatto di seguire l'inflazione delle marche più vendute significa avere una inflazione valida per i cittadini che hanno pochi soldi da spendere, quelli che vengono chiamati poveri. La classe media che non crede di essere povera distribuisce i suoi acquisti tra le marche più famose e prodotti più di qualità e quindi più costosi. In questo modo avverte una inflazione più alta di quello che afferma l'ISTAT.
Kensan.it
Mediamente il prof afferma che l'inflazione reale sia a metà strada tra quella ventilata dall'ISTAT e quella percepita (credo che si intenda tramite sondaggi). Ma anche questa inflazione che era del 6% quando l'ISTAT parlava del 2% non rappresenta la realtà. Chi ha un reddito fisso si trova lo stipendio che aumenta del 2% e i beni che aumentano del 6% quindi riesce a comprare sempre meno cose e sempre meno di buona qualità con un effetto di compressione del potere d'acquisto che mette notevolmente in ansia il cittadino.La pasta Barilla è fatta per la maggior parte con grano duro importato dall'estero in particolare da fuori Europa e così pure per l'olio Dante. Credo che un po' tutte le marche più vendute abbiano materie prime di provenienza extra europea, questo permette loro di avere prezzi bassi. Se un cittadino tiene alla qualità e al prodotto made in Italy si deve per forza orientare verso marche a media-alta inflazione.
In effetti le marche più famose insegnano che nel mondo ci sono prezzi più buoni che in Italia ma questa liberalizzazione ha notevolmente abbassato la qualità di quel che mangiamo. I nostri nonni mangiavano prodotti biologici, i nostri padri prodotti italiani, noi stiamo mediamente andando verso i prodotti più di dubbia qualità del mercato mondiale.
Spesso capita di sentire di truffe alimentari o di prodotti nocivi usati all'estero, questo contribuisce a tenere bassi i prezzi dei prodotti globalizzati che le grandi marche vendono sul mercato italiano. Vi è poi il basso costo del lavoro e le condizioni di lavoro inaccettabili qui in occidente, tutto insieme determina la bassa inflazione ISTAT calcolata su quei prodotti.
L'ISTAT attraverso i contratti sindacali di categoria che aumentano in base all'inflazione ufficiale, sta tagliando gli stipendi fissi in modo da conformare i cittadini a comperare solo le marche più vendute e fatte con materie prime molto economiche, e non si sa quanto salubri, del mercato globale.
Un altro trucco per avere una inflazione ufficiale bassa è descritto in questo mio testo.
quello ahc enel 1999 costava 1000 lire adesso costa un 1euro e chi prendeva 1000 lire adesso prende 50 centesimi.
I prezzi sono aumentati del 96% i salari sono pressochè invariati!
H1dR0GeN0 il 17 giugno 2005 con il titolo: articolo.
ho trovato e riportato un bell'articolo sull'effetto cambio sull'inflazione.
http://www.lkv.it/articoli/06_05/euro_non_cambia_conto.html