𝒩ei supermercati troviamo una quantità enorme di cibo e di prodotti.
Siamo onnivori e quindi ci aspettiamo di mangiare ogni giorno un
diverso tipo di alimento. In pratica facciamo come i nostri antenati
raccoglitori e cacciatori che si appoggiavano alla biodiversità
presente in natura per alimentarsi correttamente: loro andavano a
caccia e nella foresta e noi andiamo al supermercato.
Ma nei grandi negozi di alimentari troviamo veramente la biodiversità che trovavano i nostri antenati in natura?
Un libro ha riscosso molto successo, è di un certo Michael Pollan e da una risposta negativa alla domanda. Il libro s'intitola il dilemma dell'onnivoro e tra le spiegazioni più importanti vi è questa:
«Un supermercato americano ha in vendita 45 mila prodotti: più di un quarto contiene mais, ivi inclusi gli articoli non alimentari: dentifrici, cosmetici, pannolini, sacchi della spazzatura, detergenti, fiammiferi, batterie, persino la patinatura della rivista che vi ha incuriosito mentre eravate in coda alla cassa»
Se compriamo della carne siamo quasi sicuri che l'animale ha mangiato per tutta la sua esistenza null'altro che mais. La rivista scientifica PNAS ha pubblicato un lavoro che usa gli isotopi del carbonio e dell'azoto per scoprire di cosa è fatta la carne o meglio cosa ha mangiato l'animale e la risposta per quanto riguarda i fast food è stata: mais. Dalla mia esperienza estenderei i risultati relativi alla carne dei fast food a tutta o quasi la carne che troviamo in Italia al supermercato o in macelleria. Della stessa opinione pare anche Carlo Petrini di slow food.
Quello che viene usato dall'industria alimentare e viene trasformato in cibo è mais, grano, soia e riso. Lo si vede girando per le strade d'Italia che si coltiva solo questo e questo alimenta gli animali e questo mangiamo. Dov'è la biodiversità che l'uomo onnivoro dovrebbe mangiare? Mi pare non ci sia o sia molto limitata.
Un detto dice che siamo ciò che mangiamo e se mangiamo soprattutto mais magari attraverso due stomaci, il nostro e quello della mucca, allora siamo fatti soprattutto di mais. In aggiunta i terreni su cui vengono coltivati i cereali sono per lo più sterili o molto malmessi e le sostanze nutritive vengono somministrate dall'esterno attraverso i concimi chimici.
Quindi il mais di cui siamo fatti deriva da sostanze derivate dagli idrocarburi per quanto riguarda i nitrati e da sostanze di miniera come i fosfati. Quindi anche la qualità del mais (ma anche degli altri cereali/leguminose, grano, soia e riso) è bassa e di derivazione in parte artificiale. Questo aspetto ha portato di recente una accusa di radioattività dei cibi che mangiamo per via di un isotopo, il polonio, che si trova nelle miniere di fosforo.
L'agricoltura industriale sfama un numero enorme di persone ma ha anche molti aspetti negativi e soprattutto non mantiene le promesse che fa dalla vetrina del supermarket.
Ma nei grandi negozi di alimentari troviamo veramente la biodiversità che trovavano i nostri antenati in natura?
Un libro ha riscosso molto successo, è di un certo Michael Pollan e da una risposta negativa alla domanda. Il libro s'intitola il dilemma dell'onnivoro e tra le spiegazioni più importanti vi è questa:
«Un supermercato americano ha in vendita 45 mila prodotti: più di un quarto contiene mais, ivi inclusi gli articoli non alimentari: dentifrici, cosmetici, pannolini, sacchi della spazzatura, detergenti, fiammiferi, batterie, persino la patinatura della rivista che vi ha incuriosito mentre eravate in coda alla cassa»
Se compriamo della carne siamo quasi sicuri che l'animale ha mangiato per tutta la sua esistenza null'altro che mais. La rivista scientifica PNAS ha pubblicato un lavoro che usa gli isotopi del carbonio e dell'azoto per scoprire di cosa è fatta la carne o meglio cosa ha mangiato l'animale e la risposta per quanto riguarda i fast food è stata: mais. Dalla mia esperienza estenderei i risultati relativi alla carne dei fast food a tutta o quasi la carne che troviamo in Italia al supermercato o in macelleria. Della stessa opinione pare anche Carlo Petrini di slow food.
Kensan.it
Quello che viene usato dall'industria alimentare e viene trasformato in cibo è mais, grano, soia e riso. Lo si vede girando per le strade d'Italia che si coltiva solo questo e questo alimenta gli animali e questo mangiamo. Dov'è la biodiversità che l'uomo onnivoro dovrebbe mangiare? Mi pare non ci sia o sia molto limitata.
Un detto dice che siamo ciò che mangiamo e se mangiamo soprattutto mais magari attraverso due stomaci, il nostro e quello della mucca, allora siamo fatti soprattutto di mais. In aggiunta i terreni su cui vengono coltivati i cereali sono per lo più sterili o molto malmessi e le sostanze nutritive vengono somministrate dall'esterno attraverso i concimi chimici.
Quindi il mais di cui siamo fatti deriva da sostanze derivate dagli idrocarburi per quanto riguarda i nitrati e da sostanze di miniera come i fosfati. Quindi anche la qualità del mais (ma anche degli altri cereali/leguminose, grano, soia e riso) è bassa e di derivazione in parte artificiale. Questo aspetto ha portato di recente una accusa di radioattività dei cibi che mangiamo per via di un isotopo, il polonio, che si trova nelle miniere di fosforo.
L'agricoltura industriale sfama un numero enorme di persone ma ha anche molti aspetti negativi e soprattutto non mantiene le promesse che fa dalla vetrina del supermarket.