...vorrei portarvi la mia esperienza per sottoporvi il tema della
difficoltà di arrivare ad una diagnosi concreta e personalizzata
di alcuni disturbi/sintomi del comportamento nell'età
evolutiva... che a volte vengono scambiati per problemi neurologici o
psicologici, e tali non sono.
Sono la mamma di un bambino che ha attualmente otto anni: all'età di soli tre anni ha vissuto un'esperienza devastante in una scuola materna statale. Essendo un bambino molto esuberante e "vivace" ha mostrato da subito un atteggiamento oppositivo alla metodologia d'insegnamento ed educativo usata nella scuola... da subito le insegnati lo hanno tacciato di essere un bambino diverso "iperattivo", che non rientrava nella norma comportamentale dei suoi coetanei e non lo hanno mai accettato.
Da allora, ha sviluppato un sentimento di inadeguatezza verso la scuola, i suoi compagni e le insegnati, ovviamente le prime a tacciarlo come inadeguato. La sua "inadeguatezza" lo ha portato ad avere scarsa autostima ad isolarsi dai compagni - che sull'onda dei commenti fatti dalle insegnanti lo indicavano come il bambino "terribile e disubbidiente" nella classe - a non partecipare alle attività di gruppo e a reagire con aggressività verbale (senza però mai essere violento) alle richieste continue di "omologazione".
Uso questa espressione perchè le insegnanti spesso vogliono che i bambini rispondano tutti nello stesso modo alla scolarizzazione, ossia omologandosi!
A questo punto abbiamo fatto il passo più importante per lui: abbiamo cambiato scuola e amici. Poi a sei anni circa abbiamo provveduto ad inserirlo in un centro specialistico per la terapia ortottica individuale, supportandolo dal lato psicologico sia in famiglia che nella nuova scuola.
Il bambino non solo è diventato adeguato nei comportamenti e nello studio, ma anche rispettoso delle regole nonchè riguardoso con i compagni e le nuove insegnanti, che lo considerano un bambino sempre di natura vivace ed esuberante, ma estremamente intelligente e dotato di una ottima memoria, portato per tutte le materie dove è richiesto ragionamento e l'intuizione ed anche per tutto ciò che è arte, musica e recitazione, ed assolutamente adeguato alla sua età! Non aggiungo altro, sperando di essere stata d'aiuto ad altri genitori...
Fonte GiùleManiDaiBambini.
Sono la mamma di un bambino che ha attualmente otto anni: all'età di soli tre anni ha vissuto un'esperienza devastante in una scuola materna statale. Essendo un bambino molto esuberante e "vivace" ha mostrato da subito un atteggiamento oppositivo alla metodologia d'insegnamento ed educativo usata nella scuola... da subito le insegnati lo hanno tacciato di essere un bambino diverso "iperattivo", che non rientrava nella norma comportamentale dei suoi coetanei e non lo hanno mai accettato.
Da allora, ha sviluppato un sentimento di inadeguatezza verso la scuola, i suoi compagni e le insegnati, ovviamente le prime a tacciarlo come inadeguato. La sua "inadeguatezza" lo ha portato ad avere scarsa autostima ad isolarsi dai compagni - che sull'onda dei commenti fatti dalle insegnanti lo indicavano come il bambino "terribile e disubbidiente" nella classe - a non partecipare alle attività di gruppo e a reagire con aggressività verbale (senza però mai essere violento) alle richieste continue di "omologazione".
Uso questa espressione perchè le insegnanti spesso vogliono che i bambini rispondano tutti nello stesso modo alla scolarizzazione, ossia omologandosi!
Kensan.it
Verso i 4/5 anni ha cominciato a manifestare il suo malessere con "tic" nervosi. Noi genitori ci siamo visti costretti a verificare che il suo comportamento oppositivo non fosse causato da disturbi psicologici o addirittura neurologici. Dopo vari accertamenti medici per verificare lo stato di salute e quindi la sua adeguatezza al contesto che viveva, siamo passati da una diagnosi di "iperattività con deficit attentivo" a "disagio emotivo con disturbi comportamentali" a "depressione", per poi approdare finalmente alla diagnosi corretta: un "difetto di convergenza ortottica" (!), ovvero un deficit visivo che non gli consentiva di mantenere gli stessi ritmi e tempi dei suoi coetanei nelle prestazioni scolastiche, nel gioco e soprattutto gli generava un sentimento di insofferenza e inadeguatezza, non essendo al passo con i suoi coetanei e soprattutto con le richieste delle insegnati.A questo punto abbiamo fatto il passo più importante per lui: abbiamo cambiato scuola e amici. Poi a sei anni circa abbiamo provveduto ad inserirlo in un centro specialistico per la terapia ortottica individuale, supportandolo dal lato psicologico sia in famiglia che nella nuova scuola.
Il bambino non solo è diventato adeguato nei comportamenti e nello studio, ma anche rispettoso delle regole nonchè riguardoso con i compagni e le nuove insegnanti, che lo considerano un bambino sempre di natura vivace ed esuberante, ma estremamente intelligente e dotato di una ottima memoria, portato per tutte le materie dove è richiesto ragionamento e l'intuizione ed anche per tutto ciò che è arte, musica e recitazione, ed assolutamente adeguato alla sua età! Non aggiungo altro, sperando di essere stata d'aiuto ad altri genitori...
Fonte GiùleManiDaiBambini.
Per i grandi non penso sia in discussione che possano prendere il Ritalin o qualsiasi altra sostanza senza essere puniti dalla legge.
Anonimo il 3 febbraio 2011 con il titolo: Pro Ritalin.
Rispondo sulla base della mia esperienza personale questo mi fa sentire dalla parte dell'onestà morale e intellettuale.
Io per anni sono riuscito a curarmi con la fendimetrazina, ad oggi non esiste in Italia nessun sostituto farmacologico di tale molecola; a questo punto è iniziato il mio calvario : mi hanno propinato tutti i farmaci possibili ( IMAO, NEUROLTETTICI, SSRI, SNRI, NARI, MODAFINIL ecc) senza nessun successo per il fatto che non sono specifici per tale sintomatologia...il risultato è stato un fallimento su tutti i fronti da quello lavorativo a quello sociale...un lento scivolare nel baratro, ora mi chiedo quale è il peggior male prendere una anfetamina o morire lentamente ?