La società di pagamenti elettronici, PayPal,
è stata condannata da un tribunale tedesco dopo aver applicato le leggi
del blocco USA contro Cuba nello spazio giuridico di questo paese
europeo.
In una procedura d’urgenza, il Tribunale Provinciale della città tedesca di Dortmund ha costretto la filiale europea di PayPal con sede in Lussemburgo a sbloccare i conti di un cliente, nello stato federale della Renania Nord-Westfalia.
Secondo la sentenza il Tribunale ha condannato PayPal a pagare al cliente 250'000 euro se la società non sblocca immediatamente il conto. Allo stesso tempo i giudici della terza sezione civile hanno proibito a PayPal di bloccare i conti del cliente per aver usato le parole “Cuba” o “cubano”, sostenendo ciò con le leggi del blocco USA verso Cuba.
Proticket, una società fornitrice di biglietti, ha venduto alla fine dello scorso anno biglietti di entrata per la commedia musicale Soy de Cuba e un concerto della cantante cubana Addys Mercedes.
Alla fine di novembre PayPal bloccò il conto di Proticket attraverso il quale i clienti dell’azienda pagavano i biglietti d’ingresso. PayPal da parte sua ha giustificato la misura con le leggi del blocco USA contro Cuba. Come azienda di pagamenti elettronici, anche la filiale europea è tenuta a eseguire queste sanzioni USA.
Proticket ha citato Paypal in giudizio e ha vinto in primo grado. “Nel caso attuale, si applica solo la legge tedesca” dicono le considerazioni della corte, alle quali Prensa Latina (un giornale cubano) ha avuto accesso.
La sentenza di Dortmund rappresenta un punto di svolta delle contestazioni che da diversi anni ci sono tra l’azienda di Internet e i suoi clienti tedeschi che vendono prodotti cubani on-line.
Negli ultimi anni PayPal ha più volte bloccato i conti dei clienti tedeschi, sostenendolo che le leggi Trading with the Enemy (1963), Torricelli (1992) ed Helms Burton (1996) valgano anche per i tedeschi. Fino ad oggi in tutti i casi noti le parti hanno raggiunto un accordo. Recentemente i clienti hanno smesso di commercializzare prodotti cubani e PayPal ha sbloccato i conti. Allo stesso tempo PayPal ha costretto i propri clienti a mantenere il silenzio sulla controversia e le condizioni dell’accordo intercorso.
Proticket è stata la prima azienda che si è decisa a citare in giudizio PayPal e fare di questo caso un caso pubblico. “Combatteremo come Davide contro Golia”, ha detto il manager di Proticket Karsten Killing, in un’intervista a Prensa Latina.
L’imprenditore è arrabbiato dal fatto che PayPal ha una licenza in Lussemburgo per operare come una banca nella Unione Europea. “Così speravo che PayPal gestisse il denaro dei suoi clienti con maggiore affidabilità e prudenza”, ha aggiunto.
Il problema è comunque generale, come evidenziato dal sito della camera di commercio del Governo Italiano:
Queste liste di proscrizione sono molto lunghe e ne ricordo una che riguarda il software che era lunghissima, questa che pubblica la Stanford University è dettagliata, si intitola "Export Controlled or Embargoed Countries, Entities and Persons" e mi pare che dica tutto.
In una procedura d’urgenza, il Tribunale Provinciale della città tedesca di Dortmund ha costretto la filiale europea di PayPal con sede in Lussemburgo a sbloccare i conti di un cliente, nello stato federale della Renania Nord-Westfalia.
Secondo la sentenza il Tribunale ha condannato PayPal a pagare al cliente 250'000 euro se la società non sblocca immediatamente il conto. Allo stesso tempo i giudici della terza sezione civile hanno proibito a PayPal di bloccare i conti del cliente per aver usato le parole “Cuba” o “cubano”, sostenendo ciò con le leggi del blocco USA verso Cuba.
Proticket, una società fornitrice di biglietti, ha venduto alla fine dello scorso anno biglietti di entrata per la commedia musicale Soy de Cuba e un concerto della cantante cubana Addys Mercedes.
Alla fine di novembre PayPal bloccò il conto di Proticket attraverso il quale i clienti dell’azienda pagavano i biglietti d’ingresso. PayPal da parte sua ha giustificato la misura con le leggi del blocco USA contro Cuba. Come azienda di pagamenti elettronici, anche la filiale europea è tenuta a eseguire queste sanzioni USA.
Proticket ha citato Paypal in giudizio e ha vinto in primo grado. “Nel caso attuale, si applica solo la legge tedesca” dicono le considerazioni della corte, alle quali Prensa Latina (un giornale cubano) ha avuto accesso.
La sentenza di Dortmund rappresenta un punto di svolta delle contestazioni che da diversi anni ci sono tra l’azienda di Internet e i suoi clienti tedeschi che vendono prodotti cubani on-line.
Negli ultimi anni PayPal ha più volte bloccato i conti dei clienti tedeschi, sostenendolo che le leggi Trading with the Enemy (1963), Torricelli (1992) ed Helms Burton (1996) valgano anche per i tedeschi. Fino ad oggi in tutti i casi noti le parti hanno raggiunto un accordo. Recentemente i clienti hanno smesso di commercializzare prodotti cubani e PayPal ha sbloccato i conti. Allo stesso tempo PayPal ha costretto i propri clienti a mantenere il silenzio sulla controversia e le condizioni dell’accordo intercorso.
Kensan.it
Proticket è stata la prima azienda che si è decisa a citare in giudizio PayPal e fare di questo caso un caso pubblico. “Combatteremo come Davide contro Golia”, ha detto il manager di Proticket Karsten Killing, in un’intervista a Prensa Latina.
L’imprenditore è arrabbiato dal fatto che PayPal ha una licenza in Lussemburgo per operare come una banca nella Unione Europea. “Così speravo che PayPal gestisse il denaro dei suoi clienti con maggiore affidabilità e prudenza”, ha aggiunto.
Il problema è comunque generale, come evidenziato dal sito della camera di commercio del Governo Italiano:
Non devono essere sottostimate le leggi extraterritoriali americane che impongono delle sanzioni alle imprese europee che programmano di commercializzare con dei paesi sotto embargo americano.In pratica vige la legge della jungla dove il più debole soccombe al più forte: non ci sono tribunali internazionali.
Queste liste di proscrizione sono molto lunghe e ne ricordo una che riguarda il software che era lunghissima, questa che pubblica la Stanford University è dettagliata, si intitola "Export Controlled or Embargoed Countries, Entities and Persons" e mi pare che dica tutto.