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bei tempi andati: dove Internet era popolata da gente che voleva
sapere, voleva conoscere, voleva capire e voleva fare sharing di
conoscenza.
Oggi invece Internet è sovrappopolata da gente che si interessa solo ed esclusivamente a scroccare, a scaricare musica, film, anche cose che non ascolteranno mai e che non vedranno mai, giusto per farlo.
Oggi tantissimi dicono: se non posso scaricare, che cosa me ne faccio dell'ADSL? Come se l'accesso a informazioni libere e magari controcorrente, a piattaforme di e-learning e perché no ai giochi on-line non valessero un tubo.
Oggi, per troppa gente internet=scrocco.
Per carità, non faccio moralismo: qualche divx magari ce l'ho anche io, qualche mp3 "per sbaglio". Non me ne frega niente se la gente scarica e copia, dico solo che oggi Internet sta diventando un covo di scaricatori incalliti, il resto non conta.
I bei tempi andati: quando hacker era sinonimo di "genietto" del computer.
Oggi migliaia di personcine si definiscono hacker solo perché scaricano un crack da astalavista e i veri hacker, coloro che passano le nottate per "capire" un meccanismo di protezione, si ritrovano in prigione se non fanno attenzione.
I bei tempi andati: quando un cracker si mangiava a colazione.
Oggi un cracker fa figo, come qualche deficiente che mette l'immagine di linux sul sito di Forza Italia. Questa gentaglia rappresenta un danno per l'intero popolo di Internet e dell'open source in generale.
I bei tempi andati: quando Internet rappresentava uno strumento di CONOSCENZA, anche una speranza per coloro che vivono in regimi di stampo dittatoriale (ne so qualche cosa, ho abitato per un certo periodo in un paese dittatoriale ed utilizzare Internet ti faceva sentire un ribelle e ti dava accesso a delle informazioni LIBERE e non gestite dal regime).
Oggi ci sono persone che spendono il loro tempo (occupando banda) soltanto per scaricare, mentre invece nel mondo ci sono centinaia di persone che cercano di acquisire CONOSCENZA.
Pensate, conosco dei ragazzini (14, 15 anni) che sono dei rifugiati in Italia. Questi spendono i pochi euro che hanno per andare in un Internet caffè a cercare notizie LIBERE sui loro paesi per comunicarle al resto della famiglia che è restata in Africa o in Asia.
Invece molti dei nostri ragazzini di 14 anni si scambiano i divx, gli mp3, le jpeg di una biondona tettona e pensano di essere "cool".
I bei tempi andati: quando una pagina web si caricava in un secondo perché c'era solo testo e qualche immagine, mentre oggi ci sono i flash/shockwave, gif animate, etc. etc. etc.
Oggi navighi un po' e ti ritrovi popup ovunque, magari con la facciona di un candidato di Forza Italia (o della Margherita, giusto per par condicio).
Insomma, sarò un po' arretrato, ma comincio a non riconoscermi più in questa Internet.
Aggiornamento 29 mag 2009: Marco Calamari su PI scrive di una interessante classificazione delle persone in relazione al loro incontro con la Rete. Le tipologie sono 4: Selvaggi digitali, Emigrati digitali, Immigrati digitali, Indigeni digitali.
I Selvaggi sono coloro che rifiutano ogni contatto con Internet, gli Emigrati invece si sono impossessati del mondo della Rete quando culturalmente erano già formati. Gli Immigrai sono come gli Emigrati ma non sono riusciti a fare loro il mondo digitale e quindi si trovano spaesati. Gli Indigeni sono i nativi della Rete per via dell'età anagrafica.
Sui nativi Calamari si sofferma poco e fa poche distinzioni quando invece stiamo parlando di una nuova generazione che contiene tutte le differenze possibili. All'interno dei giovani digitalizzati c'è sia il popolo descritto in questo testo ma anche la gente giovane che fa di Internet il proprio mezzo di comunicazione e formazione/informazione preferito.
Aggiornamento 24 feb 2014: Continuano a sentirsene tante su come Internet si è ridotta e per lo più tutto ruota intorno al concetto dei social network dove i nativi digitali sono per lo più imprigionati col loro consenso. Tra i social primeggia Facebook dove i giovani trovano pane per i propri denti e dove tutto quel che serve è contenuto in esso.
I nativi sono tanti e sempre di più una certa parte di essi sembra il popolo della TV che ha ritrovato in Facebook la terra promessa che i loro padri vedevano nella televisione. Ho trovato l'articolo di Paolo Attivissimo che descrive il problema di questi giovani che sanno solo usare la tecnologia e che spingono e sono spinti verso un mondo informatico sempre più controllato da altri, da pochi altri. Aziende come Facebook, Twitter, Apple, Android (Google) sono i mastermind che controllano i nativi digitali radunati entro il walled garden.
Si dice che è sempre così, che per guidare l'auto non serve essere un meccanico ma è un dispiacere perdere una quota parte di persone che sono potenzialmente degli hacker solo perché lo smartphone non si può smontare e perché Android e iOS (il sistema operativo della Apple) sono blindati.
In fin dei conti perché non fare vivere fianco a fianco un utente e un hacker? Perché fare diventare gli hacker degli utenti? Perché chiudere, blindare, costruire recinti, essere non inter-operabili, rendere impossibile la crescita di un hacker? Non c'è ragione eppure gli utenti con la complicità e la spinta delle multinazionali dell'informatica stanno eliminando la formazione degli hacker.
Se tutto il mondo informatico dei giovani è Facebook, Twitter, Youtube e pochi altri giardini recintati, è difficile che un possibile futuro hacker abbia le possibilità di crescere tecnicamente rimanendo nello stesso ambito informatico degli amici e usando gli stessi mezzi hardware.
Ci sono delle tenue speranze che questa assimilazione degli hacker non avvenga ed è riposto nei nuovi tablet e smartphone con sistemi operativi di nicchia come Firefox OS di Mozilla dove è stata ricostruito un mondo dove l'hacker può crescere e dove l'utente può usare il mezzo.
Oggi invece Internet è sovrappopolata da gente che si interessa solo ed esclusivamente a scroccare, a scaricare musica, film, anche cose che non ascolteranno mai e che non vedranno mai, giusto per farlo.
Oggi tantissimi dicono: se non posso scaricare, che cosa me ne faccio dell'ADSL? Come se l'accesso a informazioni libere e magari controcorrente, a piattaforme di e-learning e perché no ai giochi on-line non valessero un tubo.
Oggi, per troppa gente internet=scrocco.
Per carità, non faccio moralismo: qualche divx magari ce l'ho anche io, qualche mp3 "per sbaglio". Non me ne frega niente se la gente scarica e copia, dico solo che oggi Internet sta diventando un covo di scaricatori incalliti, il resto non conta.
I bei tempi andati: quando hacker era sinonimo di "genietto" del computer.
Oggi migliaia di personcine si definiscono hacker solo perché scaricano un crack da astalavista e i veri hacker, coloro che passano le nottate per "capire" un meccanismo di protezione, si ritrovano in prigione se non fanno attenzione.
I bei tempi andati: quando un cracker si mangiava a colazione.
Oggi un cracker fa figo, come qualche deficiente che mette l'immagine di linux sul sito di Forza Italia. Questa gentaglia rappresenta un danno per l'intero popolo di Internet e dell'open source in generale.
I bei tempi andati: quando Internet rappresentava uno strumento di CONOSCENZA, anche una speranza per coloro che vivono in regimi di stampo dittatoriale (ne so qualche cosa, ho abitato per un certo periodo in un paese dittatoriale ed utilizzare Internet ti faceva sentire un ribelle e ti dava accesso a delle informazioni LIBERE e non gestite dal regime).
Oggi ci sono persone che spendono il loro tempo (occupando banda) soltanto per scaricare, mentre invece nel mondo ci sono centinaia di persone che cercano di acquisire CONOSCENZA.
Pensate, conosco dei ragazzini (14, 15 anni) che sono dei rifugiati in Italia. Questi spendono i pochi euro che hanno per andare in un Internet caffè a cercare notizie LIBERE sui loro paesi per comunicarle al resto della famiglia che è restata in Africa o in Asia.
Invece molti dei nostri ragazzini di 14 anni si scambiano i divx, gli mp3, le jpeg di una biondona tettona e pensano di essere "cool".
I bei tempi andati: quando una pagina web si caricava in un secondo perché c'era solo testo e qualche immagine, mentre oggi ci sono i flash/shockwave, gif animate, etc. etc. etc.
Oggi navighi un po' e ti ritrovi popup ovunque, magari con la facciona di un candidato di Forza Italia (o della Margherita, giusto per par condicio).
Insomma, sarò un po' arretrato, ma comincio a non riconoscermi più in questa Internet.
Se non ricordo male questo che
avete letto è un post
di un lettore di un qualche forum che non ha
voluto essere citato e ha acconsentito alla
pubblicazione di questa sua opinione.
di un lettore di un qualche forum che non ha
voluto essere citato e ha acconsentito alla
pubblicazione di questa sua opinione.
Aggiornamento 29 mag 2009: Marco Calamari su PI scrive di una interessante classificazione delle persone in relazione al loro incontro con la Rete. Le tipologie sono 4: Selvaggi digitali, Emigrati digitali, Immigrati digitali, Indigeni digitali.
Kensan.it
I Selvaggi sono coloro che rifiutano ogni contatto con Internet, gli Emigrati invece si sono impossessati del mondo della Rete quando culturalmente erano già formati. Gli Immigrai sono come gli Emigrati ma non sono riusciti a fare loro il mondo digitale e quindi si trovano spaesati. Gli Indigeni sono i nativi della Rete per via dell'età anagrafica.
Sui nativi Calamari si sofferma poco e fa poche distinzioni quando invece stiamo parlando di una nuova generazione che contiene tutte le differenze possibili. All'interno dei giovani digitalizzati c'è sia il popolo descritto in questo testo ma anche la gente giovane che fa di Internet il proprio mezzo di comunicazione e formazione/informazione preferito.
Aggiornamento 24 feb 2014: Continuano a sentirsene tante su come Internet si è ridotta e per lo più tutto ruota intorno al concetto dei social network dove i nativi digitali sono per lo più imprigionati col loro consenso. Tra i social primeggia Facebook dove i giovani trovano pane per i propri denti e dove tutto quel che serve è contenuto in esso.
I nativi sono tanti e sempre di più una certa parte di essi sembra il popolo della TV che ha ritrovato in Facebook la terra promessa che i loro padri vedevano nella televisione. Ho trovato l'articolo di Paolo Attivissimo che descrive il problema di questi giovani che sanno solo usare la tecnologia e che spingono e sono spinti verso un mondo informatico sempre più controllato da altri, da pochi altri. Aziende come Facebook, Twitter, Apple, Android (Google) sono i mastermind che controllano i nativi digitali radunati entro il walled garden.
Si dice che è sempre così, che per guidare l'auto non serve essere un meccanico ma è un dispiacere perdere una quota parte di persone che sono potenzialmente degli hacker solo perché lo smartphone non si può smontare e perché Android e iOS (il sistema operativo della Apple) sono blindati.
In fin dei conti perché non fare vivere fianco a fianco un utente e un hacker? Perché fare diventare gli hacker degli utenti? Perché chiudere, blindare, costruire recinti, essere non inter-operabili, rendere impossibile la crescita di un hacker? Non c'è ragione eppure gli utenti con la complicità e la spinta delle multinazionali dell'informatica stanno eliminando la formazione degli hacker.
Se tutto il mondo informatico dei giovani è Facebook, Twitter, Youtube e pochi altri giardini recintati, è difficile che un possibile futuro hacker abbia le possibilità di crescere tecnicamente rimanendo nello stesso ambito informatico degli amici e usando gli stessi mezzi hardware.
Ci sono delle tenue speranze che questa assimilazione degli hacker non avvenga ed è riposto nei nuovi tablet e smartphone con sistemi operativi di nicchia come Firefox OS di Mozilla dove è stata ricostruito un mondo dove l'hacker può crescere e dove l'utente può usare il mezzo.
Grazie per i complimenti.
Anonimo il 10 febbraio 2021 con il titolo: Commento veloce computer.