ℒ'Auditel
è un sistema che dovrebbe conteggiare quante persone guardano un certo
programma televisivo ma non rappresenta la realtà. Il problema
principale è che il campione scelto, 5100 famiglie, non è
rappresentativo della popolazione italiana.
La statistica insegna che scegliendo casualmente un campione che rappresenti gli italiani sotto vari aspetti sociali si possa estendere il risultato parziale ottenuto dal campione a tutta la popolazione italiana. Però se il campione non è scelto casualmente ma ha una "coloritura" allora i dati parziali non possono più essere estesi a tutta l'Italia.
Cerco di spiegarmi con un esempio che è avvenuto realmente durante le elezioni politiche nazionali del 2006.
Si sono fatti moltissimi sondaggi che davano in grosso vantaggio il centro sinistra sul centro destra: alle elezioni si è trovato che i due schieramenti erano pari. La spiegazione dei sondaggisti è stata che l'elettorato di centro destra rifiutava di farsi intervistare molto di più dell'elettorato di centro sinistra, asserivano che c'era "vergogna" nel dichiararsi elettori di centro destra e il cittadino di centro destra rifiutava l'intervista.
In pratica il campione non era scelto casualmente perché alcuni elettori rifiutavano l'intervista ed era "colorato" perché i rifiuti erano più da una parte che dall'altra. Se i rifiuti a farsi intervistare sono pochi allora il campione rimanente ha validità statistica altrimenti potrebbe avere una coloritura e non essere più rappresentativo della popolazione italiana.
Per quanto riguarda l'Auditel l'85% dei cittadini contattati oppone un rifiuto ad entrare a fare parte del campione. Quindi il campione non è assolutamente casuale e può avere una coloritura anche forte verso molti fronti sociali.
Per esempio le persone "semplici", teledipendenti, facilmente abbindolabili potrebbero accettare di fare parte del campione molto di più che le persone emancipate che hanno molteplici interessi oltre alla tv. In tal caso il campione è colorato e non rappresenta gli italiani. Si dice che è per questo che le trasmissioni "culturali" hanno dati Auditel bassi in tv.
Il motivo per cui quasi tutti i cittadini contattati non vogliono fare parte del campione Auditel è una prima avversità verso l'intervistatrice che li contatta e in un secondo momento per il gravoso impegno che fare parte del campione comporta.
Vediamo di descrivere la faccenda del campione Auditel che non rappresenta nulla da un punto di vista tecnico.
Gli italiani sono 60 milioni e sono rappresentati da un campione di C60 individui aventi precise caratteristiche sociali.
Abbiamo detto che l'85% degli intervistati non accetta di fare enetrare l'Auditel in casa sua mentre il 15% accetta. Questo è un campione casuale che potrebbe non essere rappresentativo di tutti gli italiani ma il discorso che voglio fare non è dipendente dalla precisione di questo dato.
Quindi suppongo che l'85% di tutta la popolazione italiana rifiuti l'Auditel in casa loro mentre il 15% (9 milioni) l'accetti. Questi 9 milioni di cittadini sono rappresentati dal campione di C9 individui aventi determinate caratteristiche sociali.
Ora il campione C9 e C60 non è detto che sia socialmente uguale, per esempio la percentuale di persone istruite è possibile sia molto maggiore in C60 e molto minore in C9 e così via per altre caratteristiche sociali. In pratica quello che più sopra si diceva riguardo le persone "semplici" che accettano l'Auditel in casa loro a fronte di un regalo.
Ctv non è uguale ne a C9 ne a C60, quindi non è utile ne per sapere come la pensano 9 milioni di italiani ne i 60 milioni, in pratica non rappresenta nulla (tecnicamente è un campione condizionato dall'evento "avere accettato l'Auditel").
Riassumendo il campione Auditel (Ctv) non è rappresentativo di nulla.
Teoricamente l'Auditel potrebbe stimare gli ascolti televisivi dei 9 milioni di italiani se al posto del campione Ctv usasse il campione C9 ma nulla potrebbe dire sui programmi televisivi visti dai restanti 51 milioni di telespettatori.
Poi faccio notare che se i cittadini che non accettano l'Auditel in casa sono di più o di meno dell'85% della popolazione italiana il discorso fatto varia numericamente ma non sostanzialmente. Solo se una bassa percentuale di persone rifiutano l'Auditel è possibile applicare la statistica dei sondaggi ottenedo risultati attendibili, cioè si dice che "il campione è rappresentativo", non è questo il caso.
Aggiungo l'opinione di Roberta Gisotto autrice del libro "La favola dell’Auditel. Parte seconda: fuga dalla prigione di vetro" che afferma:
In fine segnalo l'interessante scritto del prof di statistica Rodolfo de Cristofaro che afferma tra l'altro:
La statistica insegna che scegliendo casualmente un campione che rappresenti gli italiani sotto vari aspetti sociali si possa estendere il risultato parziale ottenuto dal campione a tutta la popolazione italiana. Però se il campione non è scelto casualmente ma ha una "coloritura" allora i dati parziali non possono più essere estesi a tutta l'Italia.
Cerco di spiegarmi con un esempio che è avvenuto realmente durante le elezioni politiche nazionali del 2006.
Si sono fatti moltissimi sondaggi che davano in grosso vantaggio il centro sinistra sul centro destra: alle elezioni si è trovato che i due schieramenti erano pari. La spiegazione dei sondaggisti è stata che l'elettorato di centro destra rifiutava di farsi intervistare molto di più dell'elettorato di centro sinistra, asserivano che c'era "vergogna" nel dichiararsi elettori di centro destra e il cittadino di centro destra rifiutava l'intervista.
In pratica il campione non era scelto casualmente perché alcuni elettori rifiutavano l'intervista ed era "colorato" perché i rifiuti erano più da una parte che dall'altra. Se i rifiuti a farsi intervistare sono pochi allora il campione rimanente ha validità statistica altrimenti potrebbe avere una coloritura e non essere più rappresentativo della popolazione italiana.
Per quanto riguarda l'Auditel l'85% dei cittadini contattati oppone un rifiuto ad entrare a fare parte del campione. Quindi il campione non è assolutamente casuale e può avere una coloritura anche forte verso molti fronti sociali.
Per esempio le persone "semplici", teledipendenti, facilmente abbindolabili potrebbero accettare di fare parte del campione molto di più che le persone emancipate che hanno molteplici interessi oltre alla tv. In tal caso il campione è colorato e non rappresenta gli italiani. Si dice che è per questo che le trasmissioni "culturali" hanno dati Auditel bassi in tv.
Il motivo per cui quasi tutti i cittadini contattati non vogliono fare parte del campione Auditel è una prima avversità verso l'intervistatrice che li contatta e in un secondo momento per il gravoso impegno che fare parte del campione comporta.
Vediamo di descrivere la faccenda del campione Auditel che non rappresenta nulla da un punto di vista tecnico.
Gli italiani sono 60 milioni e sono rappresentati da un campione di C60 individui aventi precise caratteristiche sociali.
Abbiamo detto che l'85% degli intervistati non accetta di fare enetrare l'Auditel in casa sua mentre il 15% accetta. Questo è un campione casuale che potrebbe non essere rappresentativo di tutti gli italiani ma il discorso che voglio fare non è dipendente dalla precisione di questo dato.
Quindi suppongo che l'85% di tutta la popolazione italiana rifiuti l'Auditel in casa loro mentre il 15% (9 milioni) l'accetti. Questi 9 milioni di cittadini sono rappresentati dal campione di C9 individui aventi determinate caratteristiche sociali.
Ora il campione C9 e C60 non è detto che sia socialmente uguale, per esempio la percentuale di persone istruite è possibile sia molto maggiore in C60 e molto minore in C9 e così via per altre caratteristiche sociali. In pratica quello che più sopra si diceva riguardo le persone "semplici" che accettano l'Auditel in casa loro a fronte di un regalo.
Kensan.it
Quel che fa l'Auditel è selezionare gli individui aventi le identiche caratteristiche sociali del campione C60 all'interno dei 9 milioni di individui che accettano l'Auditel in casa loro. Chiamo questa selezione ovvero questo campione Ctv.Ctv non è uguale ne a C9 ne a C60, quindi non è utile ne per sapere come la pensano 9 milioni di italiani ne i 60 milioni, in pratica non rappresenta nulla (tecnicamente è un campione condizionato dall'evento "avere accettato l'Auditel").
Riassumendo il campione Auditel (Ctv) non è rappresentativo di nulla.
Teoricamente l'Auditel potrebbe stimare gli ascolti televisivi dei 9 milioni di italiani se al posto del campione Ctv usasse il campione C9 ma nulla potrebbe dire sui programmi televisivi visti dai restanti 51 milioni di telespettatori.
Poi faccio notare che se i cittadini che non accettano l'Auditel in casa sono di più o di meno dell'85% della popolazione italiana il discorso fatto varia numericamente ma non sostanzialmente. Solo se una bassa percentuale di persone rifiutano l'Auditel è possibile applicare la statistica dei sondaggi ottenedo risultati attendibili, cioè si dice che "il campione è rappresentativo", non è questo il caso.
Aggiungo l'opinione di Roberta Gisotto autrice del libro "La favola dell’Auditel. Parte seconda: fuga dalla prigione di vetro" che afferma:
È un campione di consumatori e non di cittadini-utenti, che rappresenta solo il 10% della popolazione, perché su 10 famiglie contattate solo 1 accetta di porre il meter sul proprio televisore, e nulla sappiamo del restante 90% che rifiuta di essere campionato, e di cui ignoriamo - secondo la scienza statistica - le scelte di ascolto.In pratica afferma che il campione è assolutamente non rappresentativo. Tra l'altro l'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, presieduta da Enzo Cheli, e successivamente da Corrado Calabrò ha concluso che:
Indagini concluse con gravi rilievi critici circa i criteri di scientificità delle metodologie adottate nel rilevamento....Anche qui si mette in dubbio la scientificità del campione.
In fine segnalo l'interessante scritto del prof di statistica Rodolfo de Cristofaro che afferma tra l'altro:
Di nuovo, i manuali di statistica mettono in guardia i rilevatori dall'utilizzare mezzi di rilevazione troppo impegnativi, che determinano un alto tasso di rifiuto a partecipare all'indagine e una scarsa collaborazione. In particolare, come è riconosciuto dalla stessa AGB Italia, l'80% delle famiglie rifiuta l'installazione del people meter.Questo ordinario di statistica potrebbe essere lo stesso prof che ha ispirato questo mio testo. Nello stesso testo si sottolinea la vicenda delle telefonate scelte a caso fatte in diretta nella trasmissione "Domenica In", raramente ricevevano risposta affermativa indicando che i telespettatori era molto meno di quelli che l'auditel affermava.
Naturalmente, la sostituzione delle famiglie (che non accettano di collaborare all'indagine per le perplessità riguardo all'installazione del people meter) avviene all'interno delle "quote" relative ad alcuni caratteri. Tuttavia, le due popolazioni (di chi accetta e non accetta l'installazione del people meter) sono diverse e, come l'esperienza insegna, possono essere caratterizzate da audiences completamente diversi. In altre parole, la libertà di scelta delle famiglie all'interno delle quote introduce un meccanismo di selezione generalmente distorto rispetto ad altri caratteri. Ad esempio, vengono favorite le famiglie che si fanno più facilmente influenzare dai pubblicitari, magari attratte dal regalo che viene loro promesso, o quelle più disponibili (in genere, le così dette famiglie "tele-dipendenti").
kensan il 31 ottobre 2008 con il titolo: Grazie Davide.