𝒩on
siamo in presenza di cybersquatting cioè di registrazioni a
scopo di lucro o di estorsione, bensì di avere il proprio
cognome sul sito registrato senza secondo fine se non quello di essere
in Internet con la propria identità.
Si può anche arrivare primi ed essere registrati da alcuni anni ma se arriva o si forma un marchio famoso allora perdiamo il diritto di avere il cognome in internet. Questo significa che l'Armani Giorgio di turno arriverà e con un po' di avvocati e di tribunali ci farà rimangiare il nostro cognome con tanto di spese legali.
Nel mio caso ho registrato kensan.it ma se arriva un colosso Nipponico e registra il marchio kensan, io non ho più diritto al mio dominio. Attualmente Luca Armani sta facendo lo sciopero della fame visto che è stato condannato a pagare alcune decine di migliaia di euro per i danni arrecati allo stilista Giorgio.
Sul Forum di Punto Informatico è nata una proposta di condivisione di un banner tra i webmaster sensibili al problema. Un banner o meglio un logo che mostri al visitatore occasionale il problema della sopraffazione del marchio sulle regole dei nomi di dominio che i "nonni" del web hanno sancito.
Volenterosi grafici con il culto della libertà potrebbero cimentarsi nell'opera di un logo che sarà prevedibilmente visibile in ogni angolo dell'Internet italiana ma forse anche altrove.
Altra proposta è quella di diffondere a mezzo stampa il caso Armani, questo articolo accoglie l'invito, si diceva di essere riconoscibili fin dal titolo dell'articolo, nel mio caso ho usato "Armani moda VS Armani.it", titolo analogo a quello usato per l'articolo su Slashdot da un altro frequentatore del forum di PI.
Se avete un sito e non avete voglia di fare un articolo potete copiare *questo articolo* liberamente. Da parte mia ho realizzato un bannerino sul caso Armani da 300x100 pixel a 256 colori, 5700 byte. Anche questo è liberamente copiabile, tra l'altro usa il logo ufficiale di Luca Armani per pubblicizzare il suo caso e invitare a firmare la petizione. Ho notato che esiste un logo in B/N che fa il verso al logo ufficiale dello stilista, è usato sempre per dichiarare le propie idee su questo questione, stando dalla parte dell'oppresso.
Tutte le info su Punto Informatico.
Aggiornamento 2004: Il signor Luca ha perso il suo dominio in favore di Giorgio e ha dovuto pagare le spese processuali. È una sconfitta del cittadino internauta e una vittoria dei poteri economici. Si è scelto il valore dei soldi contro il valore della persona. Luca ha cercato di opporsi alla decisione del tribunale pure con uno sciopero della fame ma non ha riscosso successo tra i media che non hanno riportato il suo caso all'attenzione dei loro lettori.
Altri casi simili si sono risolti in modo analogo e stanno facendo giurisprudenza, in pratica i marchi hanno il diritto di esproprio su un dominio legittimamente registrato. Per fare un esempio la rivista "Gente" ha espropriato il dominio a un internauta che aveva registrato il dominio gente.it. Se mettono sul mercato la rivista "kensan" e ha un po' di successo allora sono nei guai.
Aggiornamento Giugno 2005: Il signor Luca Armani mi ha fatto conoscere il suo nuovo sito Armani2.
Si può anche arrivare primi ed essere registrati da alcuni anni ma se arriva o si forma un marchio famoso allora perdiamo il diritto di avere il cognome in internet. Questo significa che l'Armani Giorgio di turno arriverà e con un po' di avvocati e di tribunali ci farà rimangiare il nostro cognome con tanto di spese legali.
Nel mio caso ho registrato kensan.it ma se arriva un colosso Nipponico e registra il marchio kensan, io non ho più diritto al mio dominio. Attualmente Luca Armani sta facendo lo sciopero della fame visto che è stato condannato a pagare alcune decine di migliaia di euro per i danni arrecati allo stilista Giorgio.
Sul Forum di Punto Informatico è nata una proposta di condivisione di un banner tra i webmaster sensibili al problema. Un banner o meglio un logo che mostri al visitatore occasionale il problema della sopraffazione del marchio sulle regole dei nomi di dominio che i "nonni" del web hanno sancito.
Volenterosi grafici con il culto della libertà potrebbero cimentarsi nell'opera di un logo che sarà prevedibilmente visibile in ogni angolo dell'Internet italiana ma forse anche altrove.
Altra proposta è quella di diffondere a mezzo stampa il caso Armani, questo articolo accoglie l'invito, si diceva di essere riconoscibili fin dal titolo dell'articolo, nel mio caso ho usato "Armani moda VS Armani.it", titolo analogo a quello usato per l'articolo su Slashdot da un altro frequentatore del forum di PI.
Kensan.it
Se avete un sito e non avete voglia di fare un articolo potete copiare *questo articolo* liberamente. Da parte mia ho realizzato un bannerino sul caso Armani da 300x100 pixel a 256 colori, 5700 byte. Anche questo è liberamente copiabile, tra l'altro usa il logo ufficiale di Luca Armani per pubblicizzare il suo caso e invitare a firmare la petizione. Ho notato che esiste un logo in B/N che fa il verso al logo ufficiale dello stilista, è usato sempre per dichiarare le propie idee su questo questione, stando dalla parte dell'oppresso.
Tutte le info su Punto Informatico.
Aggiornamento 2004: Il signor Luca ha perso il suo dominio in favore di Giorgio e ha dovuto pagare le spese processuali. È una sconfitta del cittadino internauta e una vittoria dei poteri economici. Si è scelto il valore dei soldi contro il valore della persona. Luca ha cercato di opporsi alla decisione del tribunale pure con uno sciopero della fame ma non ha riscosso successo tra i media che non hanno riportato il suo caso all'attenzione dei loro lettori.
Altri casi simili si sono risolti in modo analogo e stanno facendo giurisprudenza, in pratica i marchi hanno il diritto di esproprio su un dominio legittimamente registrato. Per fare un esempio la rivista "Gente" ha espropriato il dominio a un internauta che aveva registrato il dominio gente.it. Se mettono sul mercato la rivista "kensan" e ha un po' di successo allora sono nei guai.
Aggiornamento Giugno 2005: Il signor Luca Armani mi ha fatto conoscere il suo nuovo sito Armani2.
Dopo più di dieci anni di silenzio si è riaccesa in questi giorni la guerra degli Armani. A breve inizierà un nuovo processo per dichiarare la titolarità del nome a dominio www.armani.it.
Da una parte il giovane pensionato trevigliese Luca Armani e dall'altra il famosissimo stilista piacentino/milanese Giorgio Armani.
Il processo vedrà la presenza di nuovi avvocati da entrambe le parti ed un nuovo giudice sarà incaricato di esprimere un giudizio a riguardo.
Molti anni orsono il dominio in questione dopo una sentenza di primo grado del tribunale di Bergamo a cura del giudice Elda Geraci passò dalle mani dell'artigiano Trevigliese a quelle di Giorgio Armani.
La sentenza destò molto clamore nel mondo di Internet ma a nulla valsero gli appelli, gli scioperi della fame e petizioni online dell'artigiano Trevigliese.
In data 19 novembre 2004 il nome a dominio www.armani.it divenne il sito ufficiale della casa di moda. Molte furono le proteste anche da parte politica ma quello fu il suo nero destino.
Ora tutto si riapre, le regole non sono cambiate e quindi il giudizio potrebbe anche essere scontato ma vedremo se le armi in campo saranno diverse. Questa volta il processo non sarà insabbiato e seguirà la normale procedura passando dal processo di primo grado, dal processo di appello ed infine in cassazione. Si potrà almeno mettere la parola fine a questa controversa vicenda tutta italiana.
Consigliatemi un buon avvocato.
E-mail: armaniluca1964@yahoo.it
Cell. +39 347 2161264
La storia: http://armani2.hostinggratis.it
La sentenza: http://www.interlex.it/testi/armani.htm
La transazione: http://www.armani.onweb.it
Armani Luca - Via Anita Scotti, 15 - 24047 TREVIGLIO (BG)
Cod. Fisc. RMNLCU64P02L400U
dario a il 26 aprile 2006 con il titolo: armani.