Esaminiamo la questione del quorum ai Referendum abrogativi
da molti punti di vista. Prima di tutto la serie storica recente
dell'affluenza alle urne durante questi referendum:
Siamo arrivati a un dimezzamento dell'affluenza alle urne. Analogamente c'è il forte calo anche per le elezioni politiche che è arrivata al 63,91% nel 2022.
Per quanto riguarda i Referendum costituzionali, che non hanno il Quorum, la situazione può essere assimilata al caso dei referendum abrogativi, con percentuali simili. Infatti nel Referendum costituzionale del 2016 che riguardava la Riforma Renzi si è avuto:
«La consultazione popolare vide un'affluenza alle urne pari a circa il 65% degli elettori residenti in Italia e all'estero e una netta preponderanza dei pareri contrari alla riforma, che superarono il 59% delle preferenze espresse.» fonte Wikipedia.
Ora analizzando nel dettaglio questo Referendum si ha che il 65% si sono recati alle Urne, il 38.4% ha votato contro la Riforma Renzi e il 26.6% ha votato a favore della Riforma Renzi. Notare che 38.4% + 26.6% = 65%.
Ora se il Referendum Renzi fosse stato un Referendum abrogativo il 26.6% dell'elettorato non sarebbe andato a votare e sarebbe stato a casa, per cui sarebbe andato a votare solo il 38.4% e con una tale percentuale, essendo minore del Quorum del 50%+1, il Referendum abrogativo non sarebbe passato.
Da notare che il 38.4% del Referendum Renzi non è lontano dal numero di cittadini che sono andati a votare per il Referendum abrogativo che si è tenuto nello stesso anno (2016): 31,2%.
Veniamo a una discrepanza piuttosto marcata tra i sondaggi che riguardano il Quorum e i risultati effettivi alle urne. Prima del Referendum abrogativo del 2016 Greenpeace ha commissionato un sondaggio alla azienda demoscopica Ixè visto che riguardava la questione delle "trivelle". Uno dei risultati del sondaggio era il raggiungimento del Quorum:
«In questa fase di informazione ancora contenuta, si registra comunque una buona propensione alla partecipazione al Referendum: quasi la metà (47%) dell'elettorato dichiara una elevata probabilità di voto.»
Il sondaggio si teneva circa 4 mesi e mezzo prima del Referendum e quindi si prevedeva che il 47% di affluenza sarebbe aumentato. Ora il risultato finale dell'affluenza è stato del 31,2%, quindi c'è una grossa inaffidabilità di questo sondaggio.
Repubblica comunica in altro sondaggio per quanto riguarda il Referendum abrogativo del 2025, il Quorum sarebbe superato:
Nel caso delle elezioni europee del 2024, si è fatto un sondaggio sulla partecipazione al voto d parte di SWG. Non si tratta di Referendum abrogativi ma comunque il sondaggio ha avuto un grosso errore e si trattava della partecipazione al voto. A pagina 4 del pdf di SWG si è stimato una affluenza alle urne del 57%. In realtà i voti validi sono stati il 45.7% e i votanti il 48.30%, con una differenza tra il 9% e l'11%.
In conclusione si può dire che i Referendum abrogativi con il Quorum del 50%+1 degli aventi diritto hanno scarse possibilità di passare e che man mano che passano gli anni l'affluenza alle urne diminuisce per tutte le manifestazioni elettorali, Referendum abrogativi - Elezioni Europee - Elezioni Politiche - Referendum costituzionali, quindi il Quorum è sempre più una chimera. Ciò non toglie il fatto che per argomenti molto sentiti come per esempio l'acqua pubblica, si possa raggiungere il quorum:
In fine un ragionamento politico sullo stato della nostra democrazia. In anni in cui è oramai evidente che i Referendum abrogativi hanno scarse o nulle possibilità di superare il Quorum e quindi di essere un efficace strumento democratico dal basso per indirizzare il paese Italia verso una via che sia diversa da quella stabilita dai Partiti politici e dai loro vertici, si è approvata e resa effettiva la norma per il voto elettronico per la raccolta firme tramite SPID e in modo gratuito.
A pensare male verrebbe in mente la celebre frase:
Certo si potrebbe diminuire il Quorum al 40% o al 30% o al 20% degli aventi diritto ma nessuno ne parla a livello politico e comunque una cosa del genere contraddirebbe la frase citata per cui non avverrà.
***
Attribuzioni: immagine dell'urna: Niccolò Caranti - Opera propria CC BY-SA 3.0.
- 1997 - quorum non raggiunto (30,2%)
- 1999 - quorum non raggiunto (49,6%)
- 2000 - quorum non raggiunto (~32%)
- 2003 - quorum non raggiunto (25,5%)
- 2005 - quorum non raggiunto (25,5%)
- 2009 - quorum non raggiunto (23,3%)
- 2011 - quorum raggiunto (54,8%)
- 2016 - quorum non raggiunto (31,2%)
Ricordiamo che nei referendum abrogativi deve andare a votare almeno il
50%+1 dell'elettorato perché possa considerarsi valido. Si nota subito che
l'unico Referendum che è passato è stato quello del 2011 che riguardava un
argomento bipartisan e molto sentito, soprattutto in quegli anni, ovvero
l'acqua
pubblica.
La partecipazione al voto è un fenomeno in decrescita dal molti anni e gli esperti prevedono che questo trend continui anche nel futuro. Per esempio nelle elezioni europee l'affluenza è in calo dal 1979 ed è arrivata a dimezzarsi nel 2024. Questo il grafico dove con le colonne in blu scuro si vede l'affluenza degli italiani alle europee:
Siamo arrivati a un dimezzamento dell'affluenza alle urne. Analogamente c'è il forte calo anche per le elezioni politiche che è arrivata al 63,91% nel 2022.
Per quanto riguarda i Referendum costituzionali, che non hanno il Quorum, la situazione può essere assimilata al caso dei referendum abrogativi, con percentuali simili. Infatti nel Referendum costituzionale del 2016 che riguardava la Riforma Renzi si è avuto:
«La consultazione popolare vide un'affluenza alle urne pari a circa il 65% degli elettori residenti in Italia e all'estero e una netta preponderanza dei pareri contrari alla riforma, che superarono il 59% delle preferenze espresse.» fonte Wikipedia.
Ora analizzando nel dettaglio questo Referendum si ha che il 65% si sono recati alle Urne, il 38.4% ha votato contro la Riforma Renzi e il 26.6% ha votato a favore della Riforma Renzi. Notare che 38.4% + 26.6% = 65%.
Ora se il Referendum Renzi fosse stato un Referendum abrogativo il 26.6% dell'elettorato non sarebbe andato a votare e sarebbe stato a casa, per cui sarebbe andato a votare solo il 38.4% e con una tale percentuale, essendo minore del Quorum del 50%+1, il Referendum abrogativo non sarebbe passato.
Da notare che il 38.4% del Referendum Renzi non è lontano dal numero di cittadini che sono andati a votare per il Referendum abrogativo che si è tenuto nello stesso anno (2016): 31,2%.
Veniamo a una discrepanza piuttosto marcata tra i sondaggi che riguardano il Quorum e i risultati effettivi alle urne. Prima del Referendum abrogativo del 2016 Greenpeace ha commissionato un sondaggio alla azienda demoscopica Ixè visto che riguardava la questione delle "trivelle". Uno dei risultati del sondaggio era il raggiungimento del Quorum:
«In questa fase di informazione ancora contenuta, si registra comunque una buona propensione alla partecipazione al Referendum: quasi la metà (47%) dell'elettorato dichiara una elevata probabilità di voto.»
Il sondaggio si teneva circa 4 mesi e mezzo prima del Referendum e quindi si prevedeva che il 47% di affluenza sarebbe aumentato. Ora il risultato finale dell'affluenza è stato del 31,2%, quindi c'è una grossa inaffidabilità di questo sondaggio.
Repubblica comunica in altro sondaggio per quanto riguarda il Referendum abrogativo del 2025, il Quorum sarebbe superato:
Secondo l’Istituto demoscopico Noto Sondaggi (pubblicato il 21 luglio da Repubblica) il 55% degli italiani avrebbe intenzione di votare al referendum sulla legge Calderoli: il 45% al nord, il 59% al centro, il 68% al sud e nelle isole. Questo significa che il quorum potrebbe essere superato largamente, dato che, affinché un referendum sia valido, è necessario che voti la metà degli aventi diritto più uno. Sempre secondo lo stesso sondaggio, il 63% degli elettori del Mezzogiorno voterebbe per abrogare la legge; a livello nazionale il 52% degli elettori di Forza Italia e il 21% di Fratelli d’Italia sono abrogazionisti.Aggiornerò l'articolo se il Referendum si terrà effettivamente, con il risultato dell'affluenza. Il problema con questi sondaggi è che chi non fa una azione politica come andare a votare, "sprecando" il suo tempo per questo, difficilmente fa una altrettanto azione politica come rispondere a un sondaggio demoscopico sulla politica, "sprecando" altrettanto tempo. Quindi chi non va a votare è probabile che non partecipi ai sondaggi sulla politica e quindi i risultati sul Quorum sono sovrastimati.
Kensan.it
Nel caso delle elezioni europee del 2024, si è fatto un sondaggio sulla partecipazione al voto d parte di SWG. Non si tratta di Referendum abrogativi ma comunque il sondaggio ha avuto un grosso errore e si trattava della partecipazione al voto. A pagina 4 del pdf di SWG si è stimato una affluenza alle urne del 57%. In realtà i voti validi sono stati il 45.7% e i votanti il 48.30%, con una differenza tra il 9% e l'11%.
Conclusioni
In conclusione si può dire che i Referendum abrogativi con il Quorum del 50%+1 degli aventi diritto hanno scarse possibilità di passare e che man mano che passano gli anni l'affluenza alle urne diminuisce per tutte le manifestazioni elettorali, Referendum abrogativi - Elezioni Europee - Elezioni Politiche - Referendum costituzionali, quindi il Quorum è sempre più una chimera. Ciò non toglie il fatto che per argomenti molto sentiti come per esempio l'acqua pubblica, si possa raggiungere il quorum:
2011 - quorum raggiunto (54,8%)ma anche qui occorre fare le pulci al dato. Il 54.8% è solo il 4.8% sopra il limite del Quorum (50%+1) e tale dato è stato nel passato, prima degli anni '90, enormemente superiore. Per esempio i Referendum abrogativi del 1987 hanno avuto una affluenza del 65% e non riguardavano temi importanti come l'acqua pubblica. Adesso tali percentuali sono quasi impossibili da raggiungere.
Ragionamento politico
In fine un ragionamento politico sullo stato della nostra democrazia. In anni in cui è oramai evidente che i Referendum abrogativi hanno scarse o nulle possibilità di superare il Quorum e quindi di essere un efficace strumento democratico dal basso per indirizzare il paese Italia verso una via che sia diversa da quella stabilita dai Partiti politici e dai loro vertici, si è approvata e resa effettiva la norma per il voto elettronico per la raccolta firme tramite SPID e in modo gratuito.
A pensare male verrebbe in mente la celebre frase:
Se votare facesse qualche differenza non ce lo lascerebbero farefrase attribuibile secondo il sito BUTAC: «in inglese la frase compare una prima volta in un articolo del 1976.», quindi ha circa 50 anni.
Certo si potrebbe diminuire il Quorum al 40% o al 30% o al 20% degli aventi diritto ma nessuno ne parla a livello politico e comunque una cosa del genere contraddirebbe la frase citata per cui non avverrà.
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Attribuzioni: immagine dell'urna: Niccolò Caranti - Opera propria CC BY-SA 3.0.