𝒯utte le proiezioni di Hubbert si sono rivelate vere.
Nel 56 Hubbert predisse il picco di produzione degli Stati Uniti con 15
anni di anticipo e puntualmente si verificò fra il 70 e il 71.
In seguito ci sono state altre previsioni che hanno riguardato il petrolio globale. In particolare si sono fatte previsioni sul petrolio convenzionale. Quello che Hubbert non poteva
prevedere erano le piattaforme petrolifere in mezzo all'oceano e il fracking
delle rocce. Questa modalità di estrazione del petrolio non erano
immaginabili all'epoca.
Le piattaforme petrolifere hanno spostato il picco del petrolio di circa 10 anni (dal 2000 al 2008). Il fracking ha spostato il picco di ulteriori 10 anni cioè fino al 2019-2020. Adesso si spera di riuscire ad estrarre il petrolio artico così da spostare il picco al 2030. Dopodiché si spera in qualche altra scoperta ma ci si rende conto facilmente che la strada è sempre più stretta e più impervia per la scoperta di nuovi tipi di giacimenti e nuove aree della terra da esplorare.
Hubbert ha previsto con precisione il picco del petrolio convenzionale cioè quello si poteva estrarre a terra con i classici pozzi petroliferi. Esso è avvenuto nel 2000 con una produzione di 70milioni di barili al giorno e da allora è in continuo declino (oggi estraiamo 45milioni di petrolio convenzionale al giorno).
La curva di Hubbert prevede correttamente una diminuzione costante del petrolio convenzionale anno dopo anno che deve essere compensata da un aumento di produzione di un qualche altro tipo di petrolio di nuovo tipo che non è ancora arrivato al picco.
Anche per il petrolio off shore la diminuzione della produzione prevista dalla curva di Hubbert deve essere compensata da un petrolio nuovo che non abbia raggiunto ancora il picco.
Sempre per fortuna nel 2009-2010 siamo riusciti prima a far ritornare in produzione i pozzi petroliferi iraqeni (+5milioni di barili al giorno) e contemporaneamente allentare le leggi ambientali negli USA così da rendere possibile il fracking di scisto bituminoso che ha letteralmente inondato il mercato negli ultimi 10 anni (+20milioni di barili al giorno da USA e Canada).
Il problema è che ora, tutte queste scoperte non riescono a compensare il continuo declino dei pozzi a terra (petrolio convenzionale e petrolio da fracking) più il declino delle piattaforme in mare aperto (petrolio off shore).
La nostra speranza adesso è che si possano allentare le leggi ambientali così da rendere possibile l'estrazione del petrolio artico così da avere altri 10 anni di tempo per attuare urgentemente una transizione energetica verso le energie rinnovabili.
Si ringrazia "zarbonida" per il commento interessante che ha dato luogo a questo articolo.
Per maggiori informazioni e per una trattazione tecnica delle previsioni sul picco del petrolio si rimanda all'articolo di ASPO Italia.
In seguito ci sono state altre previsioni che hanno riguardato il petrolio globale. In particolare si sono fatte previsioni sul petrolio convenzionale.
Le piattaforme petrolifere hanno spostato il picco del petrolio di circa 10 anni (dal 2000 al 2008). Il fracking ha spostato il picco di ulteriori 10 anni cioè fino al 2019-2020. Adesso si spera di riuscire ad estrarre il petrolio artico così da spostare il picco al 2030. Dopodiché si spera in qualche altra scoperta ma ci si rende conto facilmente che la strada è sempre più stretta e più impervia per la scoperta di nuovi tipi di giacimenti e nuove aree della terra da esplorare.
Hubbert ha previsto con precisione il picco del petrolio convenzionale cioè quello si poteva estrarre a terra con i classici pozzi petroliferi. Esso è avvenuto nel 2000 con una produzione di 70milioni di barili al giorno e da allora è in continuo declino (oggi estraiamo 45milioni di petrolio convenzionale al giorno).
La curva di Hubbert prevede correttamente una diminuzione costante del petrolio convenzionale anno dopo anno che deve essere compensata da un aumento di produzione di un qualche altro tipo di petrolio di nuovo tipo che non è ancora arrivato al picco.
Kensan.it
Per fortuna fra il 1980 e il 2000 abbiamo scoperto come estrarre il petrolio dal mare del Nord e dal golfo del Messico così da compensare il declino dei pozzi a terra. Il problema è che la somma del petrolio estratto dai pozzi convenzionali e dalle piattaforme in mare aperto ha raggiunto il picco nel 2007-2008 con circa 85milioni di barili estratti al giorno (mentre oggi nel 2021 sono scesi a 70milioni di barili al giorno).Anche per il petrolio off shore la diminuzione della produzione prevista dalla curva di Hubbert deve essere compensata da un petrolio nuovo che non abbia raggiunto ancora il picco.
Sempre per fortuna nel 2009-2010 siamo riusciti prima a far ritornare in produzione i pozzi petroliferi iraqeni (+5milioni di barili al giorno) e contemporaneamente allentare le leggi ambientali negli USA così da rendere possibile il fracking di scisto bituminoso che ha letteralmente inondato il mercato negli ultimi 10 anni (+20milioni di barili al giorno da USA e Canada).
Il problema è che ora, tutte queste scoperte non riescono a compensare il continuo declino dei pozzi a terra (petrolio convenzionale e petrolio da fracking) più il declino delle piattaforme in mare aperto (petrolio off shore).
La nostra speranza adesso è che si possano allentare le leggi ambientali così da rendere possibile l'estrazione del petrolio artico così da avere altri 10 anni di tempo per attuare urgentemente una transizione energetica verso le energie rinnovabili.
Si ringrazia "zarbonida" per il commento interessante che ha dato luogo a questo articolo.
Per maggiori informazioni e per una trattazione tecnica delle previsioni sul picco del petrolio si rimanda all'articolo di ASPO Italia.