ℰsperienza
personale sulla meditazione. Cos'è la meditazione e cosa non
è. Come riuscire a meditare e come impedirsi di meditare.
La meditazione è una abilità dell'uomo, è strettamente legata a un percorso da compiere e a un mondo interiore da cambiare. È una capacità che ci porta ad attraversare mondi via via meno sofferenti. Non necessita di maestri ma di una relazione valida in quanto c'è da compiere un cammino e nessuno si addentrerebbe nel bosco scuro senza avere avuto rassicurazioni da una persona di cui ci si fida.
In particolare la meditazione e il cammino portano a conoscere le possibilità umane e a integrare parti di se sempre maggiori: parte oscura (subconscio), parte simbolica, parte logica, parte affettiva, relazioni e mille altri aspetti di noi. L'ordine non è quello esposto ma si sente di stare digerendo parti di se stessi sempre maggiori.
Essendo una possibilità umana è solo possibile inibirla con proprie decisioni, elenco quelle che per me sono le conseguenze:
Per questo chi afferma che ha già sofferto abbastanza nelle vita non può avere un cammino ne la capacità di meditare. Tipicamente si tratta di persone che "portano la croce". Invece chi se ne vuole liberare guarderà al di la degli ultimi duemila anni e a fronte di un po' di sofferenza in più riuscirà a vivere meglio la vita. A tal fine il cammino e la meditazione sono indispensabili.
La meditazione è una abilità dell'uomo, è strettamente legata a un percorso da compiere e a un mondo interiore da cambiare. È una capacità che ci porta ad attraversare mondi via via meno sofferenti. Non necessita di maestri ma di una relazione valida in quanto c'è da compiere un cammino e nessuno si addentrerebbe nel bosco scuro senza avere avuto rassicurazioni da una persona di cui ci si fida.
In particolare la meditazione e il cammino portano a conoscere le possibilità umane e a integrare parti di se sempre maggiori: parte oscura (subconscio), parte simbolica, parte logica, parte affettiva, relazioni e mille altri aspetti di noi. L'ordine non è quello esposto ma si sente di stare digerendo parti di se stessi sempre maggiori.
Essendo una possibilità umana è solo possibile inibirla con proprie decisioni, elenco quelle che per me sono le conseguenze:
- Mi piacciono le relazioni fisse, le abitudini, il mio mondo e voglio meditare:
- difficile imparare in queste condizioni, credo che la sofferenza che ne deriverebbe sia superiore alle capacità umane.
- Voglio imparare a meditare perché mi rilasserebbe:
- prima c'è un cammino da decidere di fare, il cammino porta con se la capacità di meditare.
- Non sono onesto nelle relazioni, uso le persone, mi difendo col portafoglio:
- credo che in queste condizioni non ci si possa mai fidare di una persona che afferma: "il sentiero nel bosco è percorribile".
- So tutto sulla meditazione, sono uno psicologo/psichiatra/buddista/orientalista ecc, ecc:
- la direzione è sbagliata occorre recedere dalle proprie convinzioni e affrontare un cammino interiore con destinazione ignota.
- Ho molti soldi e quindi troverò chi mi insegna a meditare:
- l'attaccamento ai soldi è un impedimento ad affrontare un percorso che porta ad abbandonare la realtà.
- Quali oggetti, libri, profumi, musica ecc, ecc servono per meditare?
- nessuno, solo se stessi, le proprie capacità e una relazione valida. Comunque il silenzio aiuta.
- Ci sono frasi, parole, discorsi, canzoni, litanie, preghiere che aiutano o fanno meditare?
- no, nella mia esperienza no.
- Trovo sia splendido vivere negli ultimi duemila anni:
- meglio recedere in fretta da questa idea, i paletti che impone non permettono di fare un percorso e generano molta sofferenza.
Kensan.it
Per questo chi afferma che ha già sofferto abbastanza nelle vita non può avere un cammino ne la capacità di meditare. Tipicamente si tratta di persone che "portano la croce". Invece chi se ne vuole liberare guarderà al di la degli ultimi duemila anni e a fronte di un po' di sofferenza in più riuscirà a vivere meglio la vita. A tal fine il cammino e la meditazione sono indispensabili.
kensan il 7 novembre 2005 con il titolo: Errori.
> però credo esista una chiave: la capacità di imparare dai propri errori,
> che è il primo passo per non ripeterli. non tutti ne sono dotati. è una
> chiave alla flessibilità e all'armonia, col mondo e, soprattutto,
> con gli altri.
Mi pare che si dicesse "errare umanus est perseverare diabolicus". In effetti non c'è nessun motivo per commettere lo stesso errore di nuovo quando si può migliorare l'armonia con se stessi, col mondo e soprattutto con gli altri.
Comunque è duro e difficile stare sul limite che separa l'abitudine dal non commettere lo stesso errore. D'altronde stare su una terra di confine è il segreto per l'armonia ed una questione di flessibilità che porta a vivere la vita in modo diverso da un'abitudine.
Grazie per il commento, molto bello.