Mp3 di Bella ciao

La Resistenza

Data: 2 mag 2006
ultima modifica: 23 mag 2018

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Cappello alpino Download Free Mp3 of Bella Ciao. Back in vogue, Bella Ciao is one of the most famous songs of the Italian Resistance. I propose the mp3 and the 3 minutes and 34 seconds ogg arranged by Maestro Mario Zuccante to download. It is a live version in the style of original alpine choirs as per best tradition. That is the text: 

Download gratis Mp3 di Bella Ciao. Tornata in auge, Bella Ciao è una delle canzoni più conosciute della Resistenza italiana. Propongo l'mp3 e l'ogg di 3 minuti e 34 secondi arrangiata dal Maestro Mario Zuccante da scaricare (download). Si tratta di una versione live in stile originale cori alpini come da migliore tradizione. Questo il testo:


Bella Ciao

Questa mattina mi sono alzato
O bella ciao, o bella ciao, o bella ciao ciao ciao
Questa mattina mi sono alzato
E ho trovato l’invasor
 
O partigiano portami via
O bella ciao, o bella ciao, o bella ciao ciao ciao
O partigiano portami via
Che mi sento di morir
 
E se io muoio da partigiano
O bella ciao, o bella ciao, o bella ciao ciao ciao
E se io muoio da partigiano
Tu mi devi seppellir
 
Mi seppellisci lassù in montagna
O bella ciao, o bella ciao, o bella ciao ciao ciao
Mi seppellisci lassù in montagna
Sotto l’ombra di un bel fior
 
E la genti che passeranno
O bella ciao, o bella ciao, o bella ciao ciao ciao
E la genti che passeranno
E diranno oh che bel fior
 
E questo è il fiore del partigiano
O bella ciao, o bella ciao, o bella ciao ciao ciao
E questo è il fiore del partigiano
Morto per la libertà.
This morning I got up
O Bella ciao, o bella ciao, o bella ciao ciao
This morning I got up
And I found the invader
 
Partisan take away
O bella ciao, o bella ciao, o bella ciao ciao
Partisan take away
That I feel like I'm dying
 
And if I die as a partisan
O bella ciao, o bella ciao, o bella ciao ciao
And if I die as a partisan
You must bury me
 
Bury me up there in the mountains
O bella ciao, o bella ciao, o bella ciao ciao
Bury me up there in the mountains
Under the shadow of a beautiful flower
 
And the people who will pass by
O bella ciao, o bella ciao, o bella ciao ciao
And the people who will pass by
And they shall say oh what a beautiful flower
 
And this is the flower of the partisan
O bella ciao, o bella ciao, o bella ciao ciao
And this is the flower of the partisan
He died for freedom.

Bella Ciao - Second World War - The Resistance against Nazi-Fascism
Bella Ciao - Seconda guerra mondiale - La Resistenza contro il nazifascismo

Bella Ciao MP3 to DOWNLOAD, 6.5 MB, 3 minutes and 34 seconds.
MP3 da scaricare (sono 6.5 MB, 3 minuti e 34 secondi).
licence Creative Commons CC BY-NC-SA 2.5
licenza Creative Commons: Attribuzione - Non commerciale - Condividi allo stesso modo 2.5 Italia (CC BY-NC-SA 2.5)


Bella Ciao
OGG To DOWNLOAD, 4.5 MB, 3 minutes and 34 seconds.
OGG Vorbis da scaricare (sono 4.5 MB, 3 minuti e 34 secondi).
licence Creative Commons CC BY-NC-SA 2.5
licenza Creative Commons: Attribuzione - Non commerciale - Condividi allo stesso modo 2.5 Italia (CC BY-NC-SA 2.5)


The version we are proposing is due to:
La versione che proponiamo si deve a:

"Bella ciao",
arrangement for choir and string quartet by Mauro Zuccante,
arrangiamento per coro e quartetto d'archi di Mauro Zuccante,
Choir and instruments from the Accademia Musicale S. Giorgio in Verona,
Coro e strumenti dell’Accademia Musicale S. Giorgio di Verona,
Director: Sandro Filippi
Direttore: Sandro Filippi
Live, Da Ponte Theatre, Vittorio Veneto, 2008
Live, Teatro Da Ponte, Vittorio Veneto, 2008

End English version.

Altre versioni:

Bella Ciao suonata molto bene dai Chumbawamba con le parole in inglese. Questa versione è in memoria di Carlo Giuliani morto a Genova durante le manifestazioni contro il G8 per mano delle forze dell'ordine.

Bella Ciao (video Youtube) interpretata dai Modena City Ramblers durante il concerto del primo maggio. Canzone in stile moderno.

Bella Ciao caricata su Soundcloud dall'ANPI (non più ascoltabile).

Bella Ciao (non più scaricabile) interpretata dai Modena City Ramblers (mp3 da 3.4 MB)

Bella Ciao (non più scaricabile) CGIL Toscana (sono 1.2 MB)

Partigiani:

Sandro PertiniSandro Pertini è stato un amato Presidente della Repubblica italiana e un partigiano.
È stato un valido combattente nella prima guerra mondiale tanto da ottenere nel 1917 la medaglia d'argento per il suo valore militare. Successivamente si oppose alla dittatura di Mussolini, fu condannato e per evitare la seconda condanna si rifugiò in Francia. In seguito, durante un rientro in Italia, fu condannato per la sua continua attività antifascista. Con la caduta del regime fascista fu liberato.

Kensan.it


Poi durante l'occupazione nazista dell'Italia combatté in una battaglia per difendere Roma dalle truppe tedesche. Qualche tempo dopo fu anche condannato a morte dalle SS ma si salvò per l'intervento dei partigiani.

Divenne in seguito una delle personalità di primo piano della Resistenza italiana. Combatté in numerose battaglie, distinguendosi in diverse azioni che gli valsero una medaglia d'oro al valor militare.

Nel 1945, durante la Liberazione, ha votato il decreto che mise a morte Mussolini e altri gerarchi fascisti.

Il 25 di Aprile 1945 Pertini a nome del CLNAI proclamò lo sciopero generale con queste parole:
Cittadini, lavoratori! Sciopero generale contro l'occupazione tedesca, contro la guerra fascista, per la salvezza delle nostre terre, delle nostre case, delle nostre officine. Come a Genova e Torino, ponete i tedeschi di fronte al dilemma: arrendersi o perire.
🔊 Registrazione Audio


Attribuzione per l'immagine di Sandro Pertini: "Presidenza della Repubblica italiana".


Tina Anselmi racconta la sua Resistenza

La Democrazia

In Italia bisogna riorganizzare la partecipazione attraverso gli strumenti della democrazia: la democrazia per essere vissuta appieno necessita di essere partecipata. Esiste il problema reale come organizzare le istituzioni, lo stato, la vita sociale, la libertà. Perché la democrazia sia vissuta c’è bisogno di avere fiducia negli uomini. Tutte le dittature si caratterizzano per il disprezzo nei confronti dell’uomo, la democrazia deve essere costruita, al contrario, sulla fiducia degli uomini. La democrazia non può che appellarsi a tutti i cittadini perché veramente tutti possano partecipare e in ciò si cela forse il passaggio più impegnativo: se tu vuoi partecipare devi anche garantire la partecipazione degli altri.

La scelta

Nella nostra incoscienza io e miei compagni abbiamo accettato una sfida, abbiamo vissuto un’esperienza drammatica, in un momento in cui era necessario schierarti e decidere da che parte stare. Siamo stati per certi aspetti fortunati, perché la realtà ci aveva costretti a decidere guardando la verità in faccia, ed io capisco che oggi per i giovani sia assai più difficile prendere una strada che non sia superficiale e di comodo.

La Resistenza

A spingermi ad una decisione così fondamentale per la mia vita fu un episodio che determinò non soltanto me, che avevo appena 16 anni e mezzo, ma anche altre ragazze. Era il 26 settembre 1944, ed ero a scuola, frequentavo l’Istituto Magistrale a Bassano, quando i fascisti costrinsero tutti gli studenti a recarsi in Viale Venezia, ora Viale dei Martiri; i fascisti e i tedeschi avevano compiuto un grande rastrellamento sul Grappa, avevano catturato 43 giovani e li impiccavano agli alberi di Viale Venezia; tra quei giovani c’era il fratello della mia compagna di banco.

La studentessa davanti l'impiccato

Costrinsero la popolazione e noi studenti ad assistere all’impiccagione. Fu uno spettacolo orrendo: un impiccato fa paura, è una visione tragica. Alcuni bambini svennero, altri piangevano, tutti erano sconvolti. Quei poveracci impiccati erano innocenti, ostaggi uccisi per rappresaglia, perchè i partigiani avevano fatto saltare un ponte. ... Quell’episodio aveva drammaticamente accelerato la maturazione di certi processi culturali e di certe scelte di vita. Si trattava non solo di rifiutare la dottrina fascista, ma l’intera impostazione sociale che il fascismo faceva pesare sulla nostra vita.

La Democrazia

Quando ci siamo trovati di fronte gli alberi dove erano impiccati giovani innocenti, ci fu una reazione umana, maturò la convinzione, la consapevolezza da parte della gente, dei contadini, di operai e giovani studenti che bisognava operare per far finire la guerra ma che bisognava innanzitutto creare le condizioni migliori perchè - una volta finita la guerra, nella pace - l’Italia potesse riprendere il proprio cammino sulla strada della democrazia, della partecipazione.

Tina Anselmi

"Bella Ciao" - La Resistenza raccontata ai Ragazzi - Edizioni Bibilioteca Dell’Immagine, 2004




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Questo articolo è stato commentato 5 volte.

Ultimo commento inserito da Anonimo venerdì 30 giugno con il titolo: A proposito di Bella Ciao.

Commento:

Molti pensano che Bella Ciao sia una canzone resistenziale, anzi la più conosciuta. E' tutto falso, eccetto che è in effetti la più conosciuta, come lo sono "Vola Colomba", "Marina" e forse "l'Inno di Mameli". Anch'io nei miei lunghi percorsi sull'antifascismo avevo intonato le Bella Ciao assieme ad altri anti. Poi un giorno, anzi una sera, in Liguria, un vecchio partigiano della brigata Moscatelli (e ben sappiamo che Moscatelli non amava troppo i comunisti) mi confessò che Bella Ciao era nata in qualche sede politica cattolica a Milano dopo il 25 Aprile e prima della grande manifestazione nel capoluogo lombardo. I partigiani che scendevano dalla montagne cantavano "Fischia il vento" (sventolando la rossa sua bandiera, vittoriosi alfin liberi siam), cantavano "La Brigata Garibaldi" (la stella rossa in fronte, la libertà portiamo, cantavano "Valsesia" ed altre canzoni eccessivamente caratterizzate politicamente anche perchè, come la storia ci insegna, la persecuzione fascista fu diretta in particolar modo verso i filo sovietici tacciati di "Comunisti" anche se poi comunisti non erano (basti pensare a quanti anarchici furono assassinati con l'infamia di essere comunisti-stalinisti). Quindi "Bella Ciao" fu una astuta operazione politica unificante e accettata a maggioranza anche da coloro che avevano combattuto con le bandiere rosse e che, dopo la liberazione, abbandonarono il progetto rivoluzionario per garantire all'Italia un periodo di pacificazione, come era giusto che fosse.
A distanza di 61 anni queste cose oggi si possono dire e scrivere non certo per polemica, che non interesserebbe nessuno, ma per amore di verità verso il naturale e legittimo desiderio di conoscenza.
Ezio Cuppone
cuppone@email.it



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Data: 2 mag 2006
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